IGEA MARINA. BELLARIA, BELLAGENTE, BELLECOSE.

Quinta Convention Nazionale - 23 e 24 Maggio 2015

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    L’amico di una vita Treccani, ai vocaboli Conviviale e Fratellanza c’indottrina nel seguente modo…
    “Che è caratterizzato da allegria e spensieratezza” il primo termine e “reciproco sentimento d’affetto e di benevolenza come tra fratelli” per quando concerne il secondo lemma.
    Perfetto, ma a me ancora non basta e allora vi chiedo di fare una cosa.
    Afferrate ben bene queste due parole con dentro i propri significati, tiratevi su le maniche, mescolatele insieme ad acqua, farina, sale e lievito e cominciate a impastare con forza e convinzione.
    Vi uscirà una roba da maneggiare con cura che potremmo definire Convivianza, un miscuglio dalla potenza della bomba atomica e dall’intensità paragonabile al primo bacio della tua vita dato alla ragazzetta che ti guarda con due occhi grossi così!

    Quando penso alla fauna umana che accresce e arricchisce la Confraternita della Pizza, i sentimenti mi si riempiono di Convivianza, che pronunciato non vale un granché, ma che nelle arterie pompa tanto di quel vigore che il sole d’agosto alle ore quattordici a paragone non è nessuno!

    Prima il dovere e poi il piacere, quindi ringrazio vivamente i Big Brothers che capitanano l’Hotel San Salvador di Igea Marina.
    Ogni volta pare di tornare a casa, con la loro disponibilità praticamente infinita. E anche quando - com’è accaduto quest’anno - alcune cose sfuggono di mano per via della numerosa affluenza di gente, i fratelloni sono riusciti a contenere entusiasmi spesso troppo entusiastici e grattacapi alquanto grattacapi.
    Grazie duemila, ve lo dico sul serio. Il Dio degli Alberghi di Livello vi premierà (altro che Trip Advisor).
    Grazie tremila a tutti gli addetti ai lavori e agli sponsor, a partire da Zio Ciro (il mio sogno ad occhi aperti), ai fiumi di valida farina offerta da Polselli, alla F1 e i suoi performanti forni elettrici (tra cui quello nuovissimo dove puoi farci pure le fusioni in oro per quanto spinge di calore), grazie al Pizza Party (sempre presente e tutelato dal suo genuino staff), alle impastatrici Bernardi e SunMix.
    Grazie quattromila ai miracoli lignei intagliati da UsticaLab; aver potuto far scorrere le dita per venti ore di seguito su pale, madie e cassette di lievitazione mi ha fatto figurare agli occhi di Pier come un libidinoso infoiato, ma a me che me ne frega, la faccenda me la sono goduta io e tanto basta.
    Grazie cinquemila ai nostri docenti. A Maurizio Capodicasa, ormai veterano per presenze e maneggiatore d’impasti come fossero seta, a Sergio Maria Teutonico, mattatore col dono della parola giusta al momento giusto, a Salvatore Di Matteo, le cui capacità professionali vanno a braccetto con la sua classe e generosità d’animo, a Giacomo Guido, astro nascente di puro talento a cui si augura il meglio del meglio del meglio dentro e fuori il suolo italico e a Giancarlo Casa, appassionato fino alle ossa di condimenti stellari e deus ex machina dell’apprezzata Gatta Mangiona in quel di Roma.
    Infine grazie seimila (esteso a diecimila) a Ettore, Rita e AndreaAlassio.
    Per loro non ho altro da aggiungere che non stia già sotto gli occhi di tutti.

    E insomma, chi non è venuto a Igea si chiederà come è andata la Convention di quest’anno.
    Piuttosto bene direi, ma per i video, le esegesi e le spiegazioni tecniche rivolgetevi a qualcun altro, che io avevo da fare cose ben più importanti, tipo mangiare fino allo scoppio dell’intestino tenue (centrando l’obiettivo), ingollare liquidi come quando il medico ti dice di bere due litri d’acqua al giorno e a te non ti va (invece a me andava tantissimo e non era acqua) e ridere parecchio, di quelle risate fulminee che se putacaso stai mandando giù una fetta di pizza fumante e ti scappa il ghigno inaspettato, è capace che il pezzo dalla trachea ti spunti a frammenti dalle narici e tu diventi viola e poi muori. Ma muori felice e tutto il resto non conta più nulla.

    Dunque. Rispetto alle precedenti Convention, quest’anno sono stato testimone di momenti epici, quel tipo di situazioni esaltanti che ti rendono fiero di esistere e di proclamare con enfasi “io c’ero… minchia se c’ero!”

    Prima di descrivere almeno due situazioni centrali, non posso non citare il momento dei momenti, il super classico, la pietra angolare della Convention, che sono le sere poco dopo la canonica cena, quando una massa di gentiluomini e galanti dame, si danno appuntamento dentro e fuori l’albergo non per digerire bevendosi una sciocchezza, ma per dare il via alla Magnata Galattica di Dio più Lunga e Sconnessa della Storia dell’Umanità!
    T’immagini un dopocena come fosse un aperitivino agiato, tanto per farsi compagnia prima della buonanotte, sbocconcellando stuzzichini con garbo e tono della voce contenuto. E invece manco per niente! Da cento metri di distanza nascosto dietro una fratta, crederesti di aver assistito a un mega raduno di quelli illegali che al posto della musica techno, vengono sprigionati fiumi in piena di cibo e alcool provenienti da ogni angolo d’Italia, mentre tutt’intorno un’umanità brulicante non si dà pace per almeno cinque ore di fila (tipico del dopo cena, proprio).
    E qui è d’obbligo la prima segnalazione di peso.

    Mentre a Zi Pigi (mio socio di stanza, di bevute, d’avventure e di mangiate supersoniche), raccomandavo di buttarci un occhio reciprocamente, giusto per verificare che uno dei due non svenisse male battendo il cranio sullo spigolo durante la caduta, al settantaduesimo dolcetto fatto in casa inghiottito con lussuria, tra la folla sbuca l’imponente capitan Luca Lugonez, con una pila altissima di piadine su una mano e un contenitore enorme di squacquerone e barattoli di marmellata di fichi caramellati nell’altra. Si è sistemato su un tavolinetto, a testa bassa ha spalmato lo squaquero sulla piada, c’ha aggiunto le giuste cucchiaiate di marmellazza, ha diviso in spicchi e ha cominciato la distribuzione di quelle fette farcite già diventate leggenda.
    Io in vita mia non ho mai assunto sostanze stupefacenti, ma sono convinto che le facce che ho fatto dopo aver assaporato quella delizia devono essere state le stesse di chi gli dà giù con disinvoltura di polveri chimiche: occhi sgranati e volto stupefatto/folgorato!
    Regà, mi sono acceso come una trivella. Non so quanti pezzi ho mandato giù (intervallati da una cremina pizzicosa da sostituire ai fichi di tanto in tanto, giusto per non allappare la bocca), so solo che avevo stabilito un’amorevole sintonia col buon Asimmetrico junior, visto che io servivo lui e lui serviva me. All’infinito.
    Enorme Lugonez. Ti voglio bene un cifrone.
    Stesso bene che voglio a Bibodj, che con i suoi vini pregiati è stato sempre lì ad accudirmi, prontissimo a non farmi mancare mai niente. Adorabile.

    Restando un attimo all’amico Zi Pigi, lui è un bevitore/cultore di birre artigianali. Se ne andava in giro con un borsino al collo poggiato al centro del petto, quella specie di marsupietto di tela che distribuiscono alle fiere grosse di birra, per metterci dentro volantini, biglietti da visita, cartoncini circolari poggia boccale e quant’altro. Solo che lui ci aveva messo dentro direttamente il suo bicchiere di vetro (portato da casa), che uno direbbe vabbè, lo fanno un po’ tutti i beoni professionisti; giusto, ma resta il fatto che il suo bicchiere era sempre ricolmo di birra, per cui ti vedevi ‘sta scena buffa di Zi Pigi, con quel coso penzolante sul petto stile canguro marsupiale, che con le dita arpionava l’arpionabile da masticare con voracità, infilandosi tra la mischia, abbassandosi in avanti, deviando di lato, saltando un ostacolo, sempre col bicchiere ricolmo di birra e il marsupio intonso. Manco una micro esondazione. Niente. Non chiedetemi come faceva, ma lo faceva.
    Insomma, parlavamo delle piadine atomiche di Luca.
    Arrivati fin qui si sarebbe pensato a un finale di serata a base di dolci. Lo pensavo pure io infatti, non prima di vedere sbucare Onorino con una forma di formaggio grossa come il ruotino di scorta di un fuoristrada e Franko con un rifornimento di salsiccette di cinghiale, bresaoline mistiche e miele assurdo degli Dei!
    Per l’amato Franco, neanche ve lo dico, vale sempre lo stesso cerimoniale.
    Coerente con il suo personaggio e mosso da gestualità conformi alla tradizione, ha dispensato la consueta, immortale pratica del RAI (Rituale dell’Assaggio Inaspettato). Se non ricordate di cosa sto parlando vi rinfresco subito la memoria.

    https://www.facebook.com/tonyrocky/posts/1...676?pnref=story

    Ma arriviamo al momento clou dell’intera Convention.
    La sorpresa insperata, l’epifania improbabile, lo spartiacque definitivo che segnerà un solco profondissimo tra passato e futuro, tra sacro e profano della Confraternita.
    Pinomerenda.
    Regà, prima di far partire il racconto io vi dico solo questo: Pinone uno di noi tuttalavita!
    Personalmente di lui temevo soltanto il cibo e assolutamente per niente le sue scelte ideologiche.
    Ho svariati amici vegani convinti, che pur di restare fedeli ai propri principi mangerebbero aghi di pino essiccati dichiarando di essere la cosa più gustosa del mondo. Voglio bene ai miei amici e me la sono fatta prendere sempre bene, anche quando m’invitavano a deschi ricolmi di pietanze vegan ritenute un tripudio di gusti esaltanti, quando in verità il sapore di quelle cose sapeva di zampe di cane bagnato fradicio d’acqua piovana e io volevo soltanto scappare lontanissimo come una saetta per piangere solitario in santa pace.
    Tornando a bomba, il buon Pino fino ad oggi è sempre apparso al forum come una figura mitologica, metà uomo metà albero maestro.
    La domanda più gettonata di quando ci s’incontra dal vivo è la sempre la stessa: “ma Pinomerenda esiste davvero? Oppure è un fake creato ad arte?”
    E anche a Igea, una cortina di mistero e curiosità soffiava soffusa.
    “Ma è arrivato Pinomerenda? Ma chi è sto Pinomerenda?”
    Per farvi un esempio, basta citare Rita, la dama del buon Brunello (grande!).
    Tra le chiacchiere davanti a qualcosa di buono da masticare, a un certo punto Rita esclama: “ma Pinomerenda ci raggiunge, oppure era tutto uno scherzo?” e io serafico “a Rita, non te spaventà, ma Pinomerenda è lì seduto proprio a tre metri di distanza dietro di te”.
    Ecco, sarebbe bastato vedere la faccia sbigottita al cubo di Rita per comprendere l’hipe montato ad arte dietro l’uomo Pinomerenda! Uno spasso.
    Pinomerenda, un nome dietro il quale si nascondeva tutta una roba occulta, pentacolare e segretissima. E non esagero se mi riferisco a cose paranormali e imperscrutabili ai livelli delle sorelle Fox, quelle che facevano le sedute spiritiche scrocchiando le giunture delle articolazioni per rendere il tutto più d’atmosfera (che sòla che erano, mannaggia a loro che si sono fatte scoprire).
    E così dal nulla, mi si presenta davanti Pinomerenda.
    Un pischello con sorriso sempre in canna, il look da rocker consunto e l’occhio vissuto di chi di ne ha viste tante. In compagnia di Chichina, altro personaggione che avrebbe meritato maggior tempo e approfondimento.
    Insomma che ti combina il Pino? Che con la Convention a pieno regime arriva finalmente il suo momento; si sceglie la postazione, controlla il forno e insieme alla sua fanciulla tira fuori contenitori e barattoletti di verdure, salsine e robe difficili da decifrare.
    Ovviamente immaginatevi al Pino quanto gli abbiano rotto tutti le palle, con battute sarcastiche sulle bistecche fumanti e facendogli scorrere sotto il naso container di super strutti e sugne varie!
    Ma Pino, come il saggio quello che ti aspetta in riva al fiume, era sempre pronto a rispondere al nemico con l’amabile risata, facendosi scivolare ogni cosa come fosse aria.
    Ebbene. A un certo punto il duo vegan s’è messo sotto a preparare una pala tanto per gradire ed è uscita fuori la cosa più gustosa degli ultimi mille anni!
    Porcozio regà, vi giuro sui pomodori Gustarosso che non ho mai mangiato una roba di verdure così buona.
    Voto dieci. E lode.
    Un sapore perfetto, carico, genuino e la consistenza sugosissima.
    Ognuno di noi conosce quei furgoncini per strada che vendono panini di notte nelle nostre città. La caratteristica maggiore di quei panini ultra farciti, è che quando gli dai un mozzico, almeno tre grammi di salse e verdure cadono per terra. Da noi a Roma, quel tipo di paninaro ambulante lo chiamiamo “lo zozzone”, proprio perché oltre all’igiene non esaltante, c’è sempre la massima libertà di mordere e sbrodolarsi bellamente addosso senza che nessuno ti rompa le balle.
    Ecco, sta cosa è successa col Merenda. Il sor Pino mi offre il pezzo galattico di pizza farcita, io do il morso d’assaggio di studio - quello dove le papille gustative stanno infervorate al massimo - subito m’assale un plotone di sapori devastiferi e un suadente liquido saporito mi sbrodola da tutte le parti, con io chinato in avanti per permettere alla salsa di sgocciolare a terra (perdonami addetto alle pulizie). Meraviglioso!
    Di notte, la stessa cosa. Quando tutti, ma proprio tutti, tumefatti di cibo infinito hanno dichiarato la buonanotte, Pino e Chichina, come due fottuti pipistrelli usciti dalle tenebre, sono sbucati dal nulla e hanno ripreso il discorso lasciato in sospeso, cucinando per i pochi rimasti pale da paura farcite e profumate.
    Zi Pigi nel frattempo stava morendo di sazietà e di sonno, eppure era troppo combattuto se scegliere un insulso letto oppure ingoiare magia fino alla fine dei processi fisiologici.
    Grazie Pinone. Grazie Chichina. Zio Kurando è ufficialmente vostro amico.

    Ed ora qualche pensierino random, di quelli che ti fanno fissare un punto imprecisato, mentre un sorriso ti si stampa in pieno volto.

    La Pergamena e Chiara e Tuorlo.
    Amici, facciamo in modo di scoprire se in giro per internet organizzano concorsi di ostinazione gastronomica, dove vince chi resiste più ore a preparare e cucinare qualsiasi alimento.
    Facciamo una colletta monetaria e iscriviamo questi due mostri di bravura.
    Che poi, se devo dirla proprio tutta, il vero mostrone inarrivabile è Emma e vi spiego il perché.
    In pratica Emma e Chiara sono restate tappate in cucina per tipo dieci ore al giorno senza una pausa che sia una.
    La sera, se ti capitava d’incrociare Chiara a cena, era come trovarsi davanti a un sopravvissuto a un disastro aereo, perduto nel bosco per quaranta giorni all’addiaccio. Era distrutta. Gli occhi rossi fuoco. La stanchezza potevi darle un morso per quanto era palpabile. Allora tu che facevi. Incoraggiavi Chiara per solidarietà con un tenero abbraccio e ti congedavi da lei.
    Poco dopo t’imbattevi in Emma, che dopo mille ore a cucinare era ancora fresca come una rosa e se le avessi proposto sotto voce una cosa tipo, “Emma bella, che me lo prepari un paninetto con la marmellata?”, lei si sarebbe subito accesa rispondendo “e che problema c’è, piccolo Kurandino, vieni con me”.
    Ora questo è un mio pensiero personale, ma sotto sotto credo che Chiara l’abbia un po’ odiata a Emma sotto il profilo della resistenza fisica. Pareva di assistere a una maratona in tv, col corridore in testa che procede a ritmi indiavolati e quello che gli sta dietro, riesce a stargli dietro, certo, ma il primo piano della telecamera mostra il suo volto col ghigno della fatica mista all’odio per quello stronzo lì davanti!

    Passo un secondino a parlare dei miei due orgogli personali.
    Il massiccio DavideTex e Fabbione O' Guaglione.
    Due fratelli, col solo difetto di vivere troppo distanti da dove sto io.
    Per me, loro due, incarnerebbero il futuro della pizza fatto di eleganza visiva e sostanza certosina dei sapori.
    Il primo viscerale e quasi erotico con gli impasti, il secondo pragmatico, millimetrico, di una semplicità complessa (per usare un ossimoro).
    In questa sede c’aggiungo pure il mio amico Ennio Lennio, che mi vuole bene e io gliene voglio di più. Lui si muove fuori dai riflettori, ma zitto zitto sceglie e produce sempre il meglio per se stesso (e per noialtri quando c’invita).

    Do un cinque fortissimo ad Alberto Lievitopadre.
    Primo perché ha dato modo di farci conoscere più da vicino il maestro Casa e secondo perché con generosità mi ha fatto finalmente assaggiare la sua famosa pizza Filosofale. Il secondo giorno più del primo, tra topping e impasto, ho assaggiato lembi di pizza incantevoli. E’ bello vederlo all’opera Alberto. Mai domo e sempre prontissimo alla sperimentazione più spinta.

    Fabrizione Shakin89.
    Grande personaggio.
    Sempre attivo, sempre perspicace e sempre pronto a farsi coinvolgere in cose riguardanti acqua e farina.
    Con la famiglia più bella del secolo, tra l’altro.
    I bambini al parco tengono stretti i palloncini gonfiati d’elio; Fabrizio invece, i suoi paninetti ultra leggeri li fa volare con la passione e tanto tanto manico! Un professionista dei pani, pergiove.

    Il mio artista/panificatore preferito.
    Japi, col suo immancabile sigarillo.
    Fosse per me, in piena Convention, gli avrei dato spazio per farci raccontare al microfono un po’ di storie della sua vita.
    E a proposito regà. Che sia chiaro una volta per tutte.
    Quando ve lo trovate davanti, Japi va pronunciato Iapi con la “i” e non Giapi con la “g”. Siete avvertiti.

    Chiudo col divertente siparietto di Dekracap e Amorgos.
    Dek, fluviale di messaggi nel forum ma sempre discreto e defilato durante le Convention e gli incontri mondani. Questo è il suo stile. La vecchia volpe ogni volta si trova il suo angolo di paradiso e si mette a fare quello che gli riesce meglio, ossia pizzare all’infinito.
    Nota degna di menzione le martellanti critiche di scherno da parte di Mario Amorgos nei confronti di Dek. Una roba costante senza soluzione di continuità. E io a ridere come uno scemo e a mangiare come un dritto.

    Non dico bere, perché dovrei aprire una parentesi impegnativa, soprattutto da quando ho visto come Sandokan apre le bocce di birra.
    I tappi li fa saltare con la lama di coltelli mastodontici (pensate a una macelleria e al coltello più grosso che avete mai visto… ecco, Marcello usava quello). Ste cose le ho viste fare solo nei film coi russi super tatuati e pieni di pistole e oggetti di tortura.
    Sandokan è un grande, Modigliani ancora di più (col suo sorriso e i suoi occhi irresistibili), il problema è quando ‘sti due li vedi insieme con qualcosa da bere in mano. Voglio dire, loro sono sempre belli e sorridenti, t’invitano a sederti con loro, ma l’errore a quel punto non devi commetterlo tu, perché se gli dai retta perdi i sensi dopo la quarta mandata di birra tanto per brindare. Super zii, vi voglio un fracco di bene. La lontananza geografica ce la mastichiamo e sputiamo quando ci pare.

    A tutti gli altri (il mitico Meamb, Nico, Maury, Francescano, Fulvio, Aldosebi, Baking, Dany, Pizzaroma, Piter) e a tutti quelli che parlando con me l’hanno fatto col sorriso, io vi dico mille volte grazie.

    Quest’anno, più che in passato, mi sono sentito in famiglia e spero sia sempre così. Meglio di così.

    Prima di ripartire verso Roma insieme a Zi Pigi, ho salutato tutti quelli che avevo a tiro e per uscire dal palazzo dei congressi che ci ospitava, sono passato dietro l’area dove i nostri maestri tenevano le lezioni. L’area in questione era divisa da un tendaggio bianco, dietro il quale stazionavano i forni a legna sempre accesi. In quel preciso momento tutti i confratelli erano a lezione e le tende erano chiuse per dividere i due ambienti.
    Io e Zi Pigi, paraculi come al solito, passando dietro l’area delle lezioni in piena attività, ci siamo trovati davanti ai forni accesi, dove Giancarlo Casa e i suoi bravissimi collaboratori preparavano pizzette ai pochissimi astanti in tutta tranquillità.
    Mi guardo Pigi e gli dico “Fermete! Guarda che roba…”
    Abbiamo subito posato armi e bagagli, come aquile fameliche ci siamo posizionati di lato a Giancarlo e, tolto il freno a mano del gusto, ci siamo sparati le pizze elaborate che hanno reso celebre il suo locale.
    Una roba definitiva. Una libidine. Mezz’ora di pace dei sensi.
    Poi un confratello, come una dannata formica spara-segnali al gruppo, ha mosso le sue antennine, dando notizia di quello che accadeva dietro il tendone da circo e in tre secondi quel luogo è diventato una massa di mani pronte ad afferrare il divino trancio fumante.
    E mentre da dietro udivo un divertito “a Kurà, ma non te ne dovevi andà tipo mezz’ora fa?”, io e Zi Pigi eravamo già lontani verso nuovi orizzonti.

    Provate a fare scatti fotografici nella vostra mente di quanto raccontato, servendovi dell'immancabile macchina fotografica di Tony Z (playboy del buon cibo e delle battute sopraffine).

    Bellecose fratelli.



    Pezzo dedicato a Liano Amato e alla sua assordante assenza (affinché una roba del genere non capiti mai più) e a Fra72 per il solo fatto di esserci stato.




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  2. Brunello58
     
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    :D Leggo e commenterò dopo ma, comunque, mi piace!!
     
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    Che forte che sei !Stasera provo la tua giovanna monoscocca. (Dopo il rum mi pareva avessi detto così giuro)
     
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    Sei un grande , uno di quelli con cui avrei voluto passare più tempo , ma le persone speciali sono davvero troppe per soli due giorni

    Questo racconto ha tutto , e' epico , non so più se ridere, piangere , fumarmi una sigaretta post coito style per la goduria del pensare di esserci stato , prendere la macchina e passare a casa di tutti voi o addormentarmi con l'ipad tra le braccia e sognarvi

    La parte dedicata a me me la sono stampata e me la sono attaccata sulla lavagnetta a calamite che ho dove suono , se recupero anche una foto é il massimo
    Mi hai fatto ammazza' dalle risate

    P.s.
    io pensavo che era il famoso cavatappi professionale che tutti cercavano


    Spero di rincontrarti presto , magari in una pizzeria a Napoli , ma pure se mi vieni a trova' tra i monti non é che me dispiace , poi passiamo anche da Pinuzzo

    Salutami anche lo zio , ciao Dotto'
     
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  5. NÉGHER
     
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    E io che me domannavo ma chi è sto Kurandoli Mortacci....... Ciao Grande :D :P ;)

    Tu me dici a me che te piace come scrivo niente niente me stavi a pia per culo....... :D :P :lol:
     
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  6. Tony Z.
     
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    Mi mancava il mitico racconto di Kurando
    Grandissimo Fabio
    Non vedo l'ora di rivederti e rivedervi
     
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  7. pizzaroma
     
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    fabbbbiooo m'arrendoooo .. alzo le mani ...ce metto 5 minuti solo a fare lo scroll di tutto quello che hai scritto ....
     
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    Come sempre la tua cronaca del "fatto" è precisa e talmente reale che permettera a chi non c'era di riuscire a "capire" chi è e cosa fa la gente della Confraternita,una pacca sulla spalla un sorriso e....qualcosa di buono da sgranocchiare!
    Grande Fabbione !!!
     
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    mille volte grazie a te :wub: :P :D
     
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    Fabio ... machettelodicoaffà ... groupwave gap

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    :woot: :woot: :woot:
     
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    "Ci sono stato e ho vissuto, tante emozioni ho provato.....
    Non ci sono stato ma grazie a Fabio insieme a voi le stesse emozioni ho provato......"

    Sei inimitabile, le tue parole possono osannare ma anche colpire....hai il dono della scrittura .....
    hai imprigionato dentro di te tutto il contenuto della Trecani che citavi sopra ....e come un maestro burattinaio muovi i fili con arte rendendo ogni tuo scritto talmente vivo e reale da suscitare cosi tante emozioni da uscirne sfiniti a fine lettura!!!
    Tu sei cosciente del dono che hai, sai di possedere un'arma potente........
    e noi siamo orgogliosi di avere te ..... Ti adoro :wub:
     
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  12. Modigliani
     
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    Esimio Fabio,come tutti anch'io aspettavo il tuo resoconto post-convention,perchè l'anno scorso non avevo partecipato e soltanto nel leggere la tua spettacolare descrizione, era stato come se fossi stato lì con voi...una favola! :wub:
    Dopo aver letto la tua "fotografia" del raduno appena trascorso,l'ho proprio rivissuto,come diresti tu...abbestia! :woot:
    Nella mia mente ho rigioito e rigoduto di ogni momento trascorso!
    Tanto reale,troppo reale...ho perfino avuto un piccolo giramento di testa! :D
    Grande,grandissimo Fabio....viva la confraternita! :wub: :wub: :wub:

    P.s: Come accaduto con Pinomerenda, con immensa emozione ho finalmente avuto la certezza che anche ZiPigi esiste...che fratello Bacco vi accompagni sempre per le vie tortuose della vita,cin! :lol:
     
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  13. NÉGHER
     
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    MODIìììììììì che bel ricordo il tuo SORRISO e quello sguardo non servono parole Ciaooooooooooooooooo :D :lol: :wub: :P ;)
     
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  14.  
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    Sempre fantastico, aspettavo la tua prosa... ancora meglio delle piu rosee aspettative... ogni persona o fatto è descritto nella sua vera essenza... Grandissimo!

    E descrivo io te... perchè pure dal vivo dispensi battute e sagacia ogni volta che apri bocca, perfetto conoscitore di persone e parole... piccolo aneddoto, mi hai fatto morire in cucina quando stavo per infornare la taglia rossa, che avendola finita di stendere Capodicasa la volevo fare solo con l'origano in uscita, per non appesantirla.... al che Shakin mi fà: "Riccardo, ma l'origano non ce lo abbiamo" E io: " Fabbrì, quella scatoletta accanto a te, è origano, l'ho portato da casa..."
    E tu subito a gamba tesa:" Ah Shakin, ma stai a parlà cò Dek, te pare che dichiara 'na pizza senza avecce il condimento? se dice che fà 'na pizza con le patate, lui c'ha in tasca le patate!" :lol: :lol: :lol:
     
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  15. Modigliani
     
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    Agostiiiiiiinoooooooo!!!!!!! In foto sei con sigaretta e berrettino,dal vivo un elegante cucadores col capello curato...ma a quale versione di te devo credere?!?!? :lol: :lol: :lol:
    E' stato un piacere conoscerti e chiacchierare "unplugged" con te! :)
     
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