La Confraternita della Pizza

Posts written by Kurando

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    Grandiosità a iosa.
    Cento chili.
    Ma come sono fatti? :D
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    Ieri sera quando mi sono trovato davanti la palizzata umana solo per entrare nella city della Pizza, mi è preso il magone.

    Poi mi sono detto, ahò, il mio cibo sono i Confratelli e non la pizza in sé, per cui che mi frega della fila di affamati, e infatti ho saltato la fiumana di anime vocianti e mi sono infilato dentro sta struttura enorme.
    Un flash!
    Da una parte esposizione a iosa di farine e immediatamente alla mia sinistra una folla oceanica davanti all'area della Confraternita! Madò.

    Il cuore mi parte a missile, cerco di capire come funziona la faccenda e dentro uno spazio minuscolo vedo darsi da fare, come massicce formiche operaie, un gruppo di persone assortissime a fare la cosa giusta, ognuno col suo compito, fasciati di parannanze rosso vinaccia by Confraternita.

    Io quelle facce assorte le conosco tutte e talmente è la loro operosità che faccio di tutto per defilarmi e mettermi a un angolo a osservarli.

    E regà, vi giuro, dentro quel rettangolo della grandezza di un ring di pugilato, queste persone mi hanno regalato un momento preziosissimo, gustandomeli come fossero la cosa più golosa del mondo dietro la vetrina di una pasticceria.

    Ognuno al servizio dell'altro, gli occhi stanchi e le facce sconvolte come di chi non si aspettava un'ondata di gente del genere. E la sola preoccupazione di finire cento chili d'impasto anzitempo!
    Per il resto ho visto un piglio agguerrito e sapiente nella propria mansione assegnata, tanto che ho faticato a pensare che ognuno di loro non fosse un professionista con attività pizzaria al seguito.

    In mezzo al pubblico ho udito almeno una dozzina di volte parlottare persone con affermazioni tipo, "eccolo lo stand della Confraternita!". Bellissimo.

    Avrei miliardi di cose da dire su ogni Confratello presente preso singolarmente. Miliardi, sul serio…

    Chiosa finale dedicata a Rita, che mi ha intrattenuto con la sua solita gentilezza.
    A un certo punto un signore attempato le si avvicina e le chiede dove quelle operose saette rosso vinaccia abbiano la pizzeria a Roma.
    Mmhh, no guardi, noi siamo un forum.
    Un forno?
    No, forum...
    Poi vabbe', ho cominciato a ridere troppo e ho lasciato Rita sola col tipo a far partire l'esegesi di cos'è un forum e di cosa lo Spirito inarrivabile della Confraternita.

    Grazie regà, ieri mi avete deliziato.
    Stavate tutti a cannone e quando mi dedicavate un sorriso, mi sentivo in colpa, perché sapevo quanto lavoro avevate davanti.

    Daje Siempre, porcoddue. Siempre.



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    Io vi calo in versione pubblico mangiante.
    Se non altro per abbracciare alcuni loschi figuri dentro la listona dei presenti. :D
    Da loro mi aspetto le ditate di farina dietro la mia giubba per quanto li abbraccerò.
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    No vabbe', Venpao ha vinto!
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    CITAZIONE (Onorino @ 13/3/2016, 08:55) 
    vengo per le nostre serate :)

    :wub: :wub: :wub:
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    Master Arletto va senz'altro visto dal vivo.
    Con quella manualità stupefacente a seimila all'ora.
    Poi dici come fai a mancare.
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    Bellecose.
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    Faccende di parentami alla lontana a Santa Maria Capua Vetere.
    Poi scendendo, a Cassino volevo visionare l'abbazia e alla fine che fai, una cosetta non te la vai a sgargarozzare?
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    Cassino.
    In una pigra domenica di febbraio.
    Rimpinzato di buon cibo in un localino davvero niente male, faccio per tornarmene a Roma e m'imbatto nella solita insegna pregna di ragionamenti da elaborare.

    A parte l'assonanza visiva con la scritta poco più in alto di via Casilina in Roma (Pane... Pizza Eeeeeeee), che ti viene da pensare che il pizzaiolo bisognoso d'insegna da apporre al suo locale, si rivolga sempre e solo a Johnny Pizza, che crea insegne con tre Font sputati e il colore giallo-rosso pure se ti trovi a Napoli. E vabbe'.
    Ma la faccenda più importante è la tendenza di associare la propria pizzeria a un programma televisivo molto seguito.
    Al che io mi chiedo.
    Ma il zio padrone, perché avrà operato questa scelta (piuttosto frequente a dire la verità)?

    Starà in fissa per la trasmissione di miss De Filippi?
    Quando gli è venuto in mente di sostituire posta con pizza, si è talmente ingrifato che voleva farcelo sapere a tutti i costi?
    E' un tentativo di rimanere semplice e popular, come se a ogni cliente gli desse una pacca sulle spalle da buoni amici e gli dicesse "hai visto quanto sono Simpy?"
    Mi chiedo perché?

    Io mica lo so perché.

    Peccato che l'esercizio era chiuso, altrimenti al personale glielo avrei direttamente chiesto.

    "Salve, cosa volete assaggiare?"
    "In verità nulla. Volevo solo conoscere il perché di quest'insegna. La risposta ve la pago un tanto all'etto".


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    Vincensis, i tuoi colleghi li hai emotivamente ammazzati!
    Non credo si riprenderanno mai più!
    Staranno ancora a chiedersi: "ma io che me so magnato fino ad oggi?".
    Complimenti.
    Sei un treno!
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    La trasformiamo nella Città dei Confratelli!
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    CITAZIONE (Antonio_37 @ 19/2/2017, 12:14) 
    Visto l'interesse generale,
    io direi di indire anche

    Il primo Trofeo APITER di ASSAGGIATORI di Pizza in Teglia alla Romana!

    che dite?? ;) ;)

    Vinco io a mani basse. Fidati di zio.
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    Dicono che gli imboscati veri sono quelli che se la svangavano alla grande durante il servizio militare.
    Boh, sarà pure vero, ma voi dovevate vedermi ieri al lavoro, per comprendere la varietà di mimiche facciali, mimetizzazioni e stratagemmi messi in atto pur di chiudermi la porta alle spalle e lanciarmi a razzone verso Pizzarium.

    E ho capito pure quella patina di mistero dietro i nervosismi isterici delle persone al volante quando si attaccano al clacson, perché magari tu hai ingranato la seconda con dodici millesimi di secondo di ritardo.
    Io in questi casi mi domando sempre una cosa tipo, “a zio, prenditela serena, che se continui così poi ti prende lo schioppone e mica lo so se ci arrivi a stasera”.
    E invece ieri ho capito che se zio suonatore di clacson stava bramoso di arrivare a destinazione come stavo io ieri al volante, allora i nevrastenici comincio a capirli un pochino meglio e la prossima volta che mi suoneranno è sicuro che gli farò OK col pollice e il sorriso generoso.
    Perché ieri in macchina, per Giovone, mi si sono parati dinnanzi i paladini della spensieratezza stradale, inducendomi al rallentamento forzato e al rodimento di chiappe sfrenato.
    Cose tipo nonna Alfonsa, rigida come una quercia al posto di guida, a uno all’ora di velocità e a gesticolare con l’amica del sedile accanto che si apprestava a servire il the e i pavesini!
    E vabbe’, sono cose che capitano, sono stato anziano pure io.

    Insomma, giungo davanti a Pizzarium nell’attimo preciso della consegna della targa.
    Fantastica concitazione.
    Un capannello di bella gente sorridente, battute, fotografie a iosa e i clienti disinteressati a noialtri che non sapevano come entrare nel locale per spizzicare un po’ di pizza.
    Un gran bel momento: discreto e piuttosto sentito da tutti.

    E poi dico io, neanche il tempo di salutare i miei fratelli confratelli, che una fanciulla assai caruccia ha cominciato a posare sui tavolini esterni assaggi di pizze paranormali e mai viste prima.
    Ho provato a salutare chi avevo a tiro, ma ahimè, il richiamo del mio spirito puzzone è stato fortissimo e non ho potuto far altro che mangiarmi tutto, assaporando sapori fantastici e producendo certi CRUNCH fra i denti che non sapevo se ridere o piangere. Con quel genio di Gabriele Bonci, in mezzo a noi, mai fermo un attimo e di una disponibilità disarmante.

    Gabriele, non pago, ci ha invitati a visitare anche il suo panificio. Nella fattispecie le interiora del panificio, con tutte le aree di lavorazione degli impasti e cotture degli stessi.
    Incredibile.
    Macchinari futuristici, paste madri per ogni tipo di prodotto e le manone di Bonci che spezzavano pani esortandoci ad assaggiare e odorare.
    La celebre sensualità di Bonci nei confronti dei lievitati esiste sul serio.

    Io col Bonci avevo un rapporto contrastante, perché pensavo che la Prova del Cuoco gli avesse fluidificato un po’ la sua carriera.
    E invece ci siamo trovati davanti a un titano inarrivabile, curioso, appassionato fino al midollo osseo. Un ragazzo (perché di questo si tratta) avanti seimila anni luce rispetto a tutto il settore dell’Arte Bianca.

    Poi vabbe’ regà, tanto ormai mi sono fatto la nomina di colui che bazzica la Confraternita solo per ruspare cibi e bevande di livello.
    Ma io continuo a ribadire e continuerò sempre a farlo, che alcune questioni non si possono descrivere a parole. E’ come con le Convention…
    Le parole stanno a zero, tocca starci di persona.

    E per concludere, come di consueto i saluti a tutti gli amici che m’hanno regalato un abbraccio e una chiacchiera.

    Davidetex, vestito ancora da lavoro, con un’uniforme che pareva un paracadutista fotomodello. E la sera prima a goderci una mangiata special dal fondamentale Giancarlo Casa, persona unica in tutti i sensi.
    Ricordatevi che se pizzaioli di varie regioni dovessero dichiararsi guerra, l’unica soluzione sarebbe chiamare Giancarlo. Solo lui riuscirebbe a mediare e riportare le cose in ordine. Sono davvero orgoglioso di conoscerlo un po’ meglio.
    Se parlo di Giancarlo non posso citare Lievitopadre. E di lui ho poco da aggiungere che già non si sappia. E fossi in voi andrei a provare la sua pizza. Punto.
    Tony Z, sempre elegantissimo e sempre indaffarato; ho fatto una media e ogni volta riesco a parlarci per massimo due minuti, non di più perché già è andato via.
    Emma, che dovevo farmi perdonare un po’ di peccati originali.
    Il sor MDadi che ti racconta sempre l’aneddoto divertente e in sua compagnia si ride parecchio.
    Rider Maurizio, che è il primissimo ad aver scoperto la mia cialtroneria di fondo e me la rispetta per fortuna.
    Focacciaro e Focacciara, ovvero come dovrebbe esse la vita de tutti: pacificata e semplice (ma di quella semplicità difficilissima da raggiungere). E poi Focacciaro è grosso e visto che l’ho sfidato a braccio di ferro, mi ha mostrato alcune foto di quando si allenava in questa disciplina e staccava braccia ai peggio nerboruti (se mi ha mostrato le foto, vuol dì che un po’ mi teme, eheh).
    Lucingnano47, di una garbatezza d’altri tempi.
    L’altissimo Goffredo, che mi ha fatto certi scatti fotografici da applauso.
    E anche Antonio, che in assenza di Rita con le fotografie se l’è cavata egregiamente.
    Milligrammo, se eri quello col casco, allora da oggi avrò associato ben bene la tua fisionomia per cominciare a salutarti come si deve.
    E infine il sommo Priore, che senza il suo determinante contributo, a me m’avreste trovato ancora oggi a mangiare tranci di pizza di Alì il sudicione di Bagdad.

    Bellecose.
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    Brava Rita bella. Ottimo racconto.
    E ottima disamina sul tempo che avanza e la coerenza di durare, temprati, negli anni.
    Coi coltelli come pure nella vita.

    Daje, che sir Marietti mica lo sa quanti tagli di pizza gli aspettano a questi nuovi coltellazzi.
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    CITAZIONE (Notturno Italiano @ 7/2/2017, 15:28) 
    abbracci, bacetti e pizza, pizza, pizza!

    Bellecose a tutto spiano!
1531 replies since 4/6/2013
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