La Confraternita della Pizza

Posts written by Kurando

  1. .
    Una cosa è certa.
    Al quartiere casilino di Roma i suoi abitanti non si moriranno mai di fame.
    C'è talmente tanta offerta di roba da mangiare che ci si sfama già solo a leggere le insegne.

    Così capita che fra duemila esercizi commerciali tutti uguali che propongono pizza, sbuca fuori...

    jpg

    Che in finale niente di che. Non gli si darebbe una lira in apparenza.
    Se non fosse che CHE PIZZA ha lo stesso significato ambivalente della mia pizzeria immaginaria Pizze in bocca.
    Ossia, Che pizza in quanto 'che palle che sei', ma anche Che pizza!!! come a dire "Tiè, senti che robetta sopraffina che ti ha cucinato zio!"
    Ci sarei pure entrato a mangiarmi un trancio, ma ormai tutti quelli che dichiarano esclusivamente le ore di lievitazione della propria pizza e nulla più, io li banno a prescindere, fanculo.


    jpg

    E poi vabbé, degno di nota spicca sempre l'immarcescibile negozio che vende cose... tipo Bar, Tabacchi, Casalinghi, Abbigliamento quello che ti pare, seguito dalla fantastica sillaba E puntini di sospensione...

    Bla bla bla Eeeeeeee...

    Pane.. Pizza E...

    E che?

    E...checcevò?
    E...che problema c'è?
    E...daje con sta pizza?

    E che, perzio?

    Perché voi commercianti state in fissa con la E puntini puntini?
    E' brutta regà, allusiva a nientissimo.
    Fate qualcosa pergiove, rendete dignità all'insegna luminosa.


  2. .
    Vincenzotto e Maury sono sempre generosi con me.
    E a maggio si spera di esserci.

    Resta il fatto che il Globus è una grandissima opportunità.
    E ne parlai proprio in occasione dell'ultima Convention.

    La questione che mi esalta parecchio è che la location hotel + mare offre un colpo d'occhio, una praticità e un'interazione da panico, ma soprattutto che le figate indimenticabili di quei giorni accadranno tutte nello stesso luogo.

    Una sorta di ritorno alle origini, ma con più confratelli. Molti più confratelli. :wub:

    E sta cosa spacca davvero.

    In tutta onestà. O a esse sinceri, come dimo noi da ste parti.
  3. .
    Bellecose per il Priore.
    Io al Globus c'ho schiacciato pisoli e mi sono fatto mangiate da paura.
  4. .
    Grandioso Priore, tutto profondamente condivisibile.
  5. .
    CITAZIONE (baking @ 19/12/2016, 14:30) 
    Siamo due esigenti goderecci...

    Ci puoi giurà.
  6. .
    CITAZIONE (indisciplinato @ 18/12/2016, 19:53) 
    Benedisse :D

    No dico fermati.
    Benedisse è da paura, anche perché ricorda molto porcoddisse. :D

    CITAZIONE (Brunello58 @ 18/12/2016, 20:05) 
    Sintetico. Come sempre. :D

    Occhio che prima o poi vi sparo le versioni director's cut delle callate che scrivo.
    Roba tipo di mesi di lettura.

    CITAZIONE (Focacciaro @ 18/12/2016, 20:49) 
    Grande Fabbió

    :wub:

    CITAZIONE (Vincenzotto @ 18/12/2016, 21:00) 
    Non so se è stato pensato apposta ma il tempo che si impiega a leggerla è pari ai tempi di staglio e apretto della pizza di Michele :)))

    Ti lovvo!

    M'hai capito perché mi prende bene scrivere ste cose?
    Perché a leggermi è gente che nel frattempo prepara impasti da paura coi giusti tempi dilatati.
    E non quegli zozzoni che parlano di pizzerie gourmet e poi si comprano le pizze surgela al supermarket per risparmiare tempo.

    CITAZIONE (baking @ 19/12/2016, 07:35) 
    Per me Michele e' e rimarra' solo quello di via Sersale a Napoli...non riesco a pensarlo fuori da quel contesto.

    Paolè, io e te se semo capiti al volo.
    C'è Michele a via Sersale e tutt'intorno c'è N A P O L I.
    Ma come fai a non andarci?

    CITAZIONE (shakin89 @ 19/12/2016, 09:18) 
    mo mi hai fatto venire voglia di andare a vedere cosa c'è nel capannone!! :D :D :D

    A Fabriziò, ahahah, quando ti prende bene gl'imbocchiamo insieme da quei gnomi senz'anima.
    Che poi lo so io cos'era accaduto quel giorno, perché m'è capitato parecchie altre volte alla Sapienza, quando si andava a fare cagnara gratis alla facoltà di Lettere.
    Quei zufoletti senza baffi l'avevano buttata in caciara sul lato politico/autogestito e quindi avevano paura che io fossi tipo in avanscoperta per alimentare il male futuro.
    Certo è vero, vedendomi da fuori mi faccio paura pure io, tuttavia quei ragazzetti non avevano capito che al di là della destra e della sinistra, io in canna avevo un'arma più potente della loro.
    Che era la cazzo di CURIOSITA' atomica, strabordante e mai doma!

    CITAZIONE (Sandro N. @ 19/12/2016, 09:52) 
    Kurando: l'unico caso in cui la recensione supera il recensito. :D

    Ahahahah, fa ride.
    Sembra un lancio editoriale di quelli autorevoli.

    Sandro N. del Corriere della Sera: "l'unico caso in cui la recensione supera il recensito".
  7. .
    Dai che zi Pigi mi ripeteva, “Fabbiò, il Michele romano ha aperto, è ora della sortita ufficiale. Naturalmente ai soliti orari matti nostri, che sennò sai quando entriamo?”.

    La nuova sede ufficiale di Michele è a via Flaminia, luogo della Roma bene a un tiro di schioppo da Piazza del Popolo e Villa Borghese, di fianco all’Explora, un casermone vetrato che accoglie il Museo dei bambini.
    Bacino d’utenza illimitato, fra turisti, studenti e lavoratori incravattati.
    Questa era l’informazione istituzionale.

    Quella underground invece, è che dall’altra parte della strada c’è la sede delle Edizioni Mediterranee, mirabile casa editrice che ha la capacità di stampare fondamentali libri scientifici come quelli di Erio Del Col sul mal di schiena, passando con disinvoltura a tematiche tipo i poteri paranormali di Gustavo Adolfo Rol, fino ai dischi volanti e l’immancabile culto di Sai Baba!
    Roba grossa insomma.
    Ormai fare un click su Amazon per ordinare un libro è facile come prendere la scala mobile al centro commerciale. E invece a noi piace ancora affrontare le scale a piedi, con la fatica che pizzica i polpacci e acquistare libri dal vivo dentro redazioni che pare di stare nello studio col galeone di Dylan Dog, Giuda ballerino…

    Altra cosa gagliarda di via Flaminia accanto al neonato Michele è la Facoltà di Architettura.
    Una volta avevo appuntamento dal notaio e visto che era ancora presto avevo deciso d’infilarmi all’università per verificare che facce avessero gli architetti del futuro. Nulla di rivoluzionario ad essere sinceri.
    Uscendo, poco prima di dirigermi all’appuntamento, avevo scorto un discreto traffico di gioventù guardinga che invece di entrare in facoltà s’infilava in una stradetta e si dirigeva chissà dove. Figurati! Curiosissimo, m’ero messo a seguirli come un segugio e ‘sti pischelli enigmatici alla fine s’imboscavano dentro un capannone mezzo autogestito. Da paura!
    Faccio per imboccare pure io con portamento sbarazzino/accademico, ma due giovanotti microscopici mi sbarrano la strada e mi dicono “signore, non può entrare, questa è un’area privata!”. Porcoddue ma che state a scherzà - avrei voluto dirgli - a zii, ho finito di studiare tipo l’altro ieri, ma che davvero?
    Ahò, niente, volevo fare il supergiovane e alla fine mi hanno trattato come un nonno Rodolfo qualsiasi rincoglionito e bofonchiante e la morale di questa mesta storia è che non ho mai saputo che minchia combinassero quei pigmei svergognati dentro un’officina in disuso fra la sterpaglia…

    Detto ciò, passo finalmente all’argomento che mi ha catapultato davanti alla tastiera (con ‘sto freddo) a scrivere sei righe.

    Domanda da mille dobloni d’oro: ma alla fine, è meglio il Michele di Napoli o quello di Roma?

    AHAHAH, che ingenui che siete, se pensavate che avrei parlato di questo. Se vi aspettavate la disamina muscolare e competitiva uguale a come fanno i soliti blog enogastronomici sulle dieci migliori pizzerie dell’universo, sui dieci pizzaioli più fuckyeah! del pianeta, la gara a chi fa il cornicione più gonfio o a chi apre più locali dai nomi più stronzi del reame.

    Recensire sul serio una pizzeria richiede un’assidua frequentazione del posto e un assaggio ripetuto del pizzame, in diverse giornate dell’anno e dunque in differenti tipi di affluenza di pubblico e clima.
    Il tutto nella totale inconsapevolezza dei gestori del locale.
    Altrimenti so’ buoni tutti…
    Solo attraverso un rigore del genere e la replica dell’esperienza almeno una decina di volte, si può delineare, tra i fisiologici alti e bassi produttivi, uno
    S T I L E R I C O N O S C I B I L E tra una pizzeria e l’altra.
    Il resto sono solo chiacchiere di contorno.

    La verità è che non può esserci gara tra il Michele romanesco e quello partenopeo. Poiché, per contesto regionale, rionale, strutturale e filosofico, giocano due campionati completamente diversi.

    Restano però alcune considerazioni random cui vale la pena approfondire.

    Un dato di fatto per entrambi, tanto per cominciare: la perenne formula napoletana che ha mandato in visibilio le papille gustative di mezzo mondo, è la stessa autentica che viene proposta a Roma.
    Per cui, citando almeno le basi, farina Caputo, pelati Solea, fior di latte di Agerola e tutta l’esperienza centenaria che forma coi controfiocchi pizzaioli e fornai.

    Quindi sì, a Roma, ti mangi la pizza uguale a quella di Napoli.

    E quest’affermazione è rivolta ai romani che dichiarano di non gradire la pizza napoletana e nel dichiararlo ostentano quel sorrisino sornione come di chi la sa lunga, ma alla domanda “sei mai stato a Napoli a mangiare la pizza?” loro rispondono che no, non ci sono mai stato, però sono stato sotto casa mia da Anacleto il pizzettaro che fa anche la pizza napoletana e che però boh, così gonfia e morbida io mica la capisco.
    Ebbene, cari amici conterranei, da oggi a via Flaminia avete un test più che egregio per continuare a ostentare il vostro sorriso garrulo oppure eliminarlo per sempre dai vostri volti.

    Poi certo, parlavo di differenze macroscopiche fra i due Micheli e non poteva essere altrimenti.
    Entrare nella pizzeria di Napoli, vivere l’esperienza popolare e poi dirigersi nella struttura abbiente di Roma, è come prendere mille aerei tutti insieme e sciropparsi seimila jet lag uno dopo l’altro. L'impatto percettivo è straniante.
    Pare di entrare in maglietta e mutande a Napoli e uscire in frak e lustrini da Roma!
    Infatti ci sarà da capire come reagirà la massa dei quartieri periferici romani, se il Tony Catena o il Johnny Samurai della situazione avranno l’ardire di uscire da casa, affrontare chilometri nel traffico impazzito e il parcheggio inesistente per raggiungere l’Antica Pizzeria da Michele e sorbirsi almeno un’ora di fila.

    Per quanto riguarda la foggia delle pizze sfornate, l’impressione è che il forno di Roma debba ancora trovare il suo ruggito del re della giungla, servendo pizze dall’aspetto ancora troppo blando, non “avvampandole” come quelle di Naples, più colorate e decise, ma c’è anche da dire che il forno di Napoli è praticamente acceso da sempre, tipo la fiamma del Milite Ignoto all’Altare della Patria.

    La tanto discussa faccenda dei prezzi - considerata la struttura, il luogo e la città - m’è sembrata abbastanza inevitabile. Così come l’abbondanza di proposta cibaria, che oltrepassa di gran lunga le storiche marinara e margherita proposte a Napoli.

    Resta immutato il divieto di prenotazione dei posti a sedere, per cui chi prima arriva meglio alloggia (santo zi Pigi).

    Un mio consiglio comunque ve lo sparo. Per quello che vale.

    A Napoli la regola di sempre è quella di scegliere la marinara e risucchiare fra lingua e palato impasto e condimenti. Mentre se si opta per la margherita, di solito la scelta cade sempre sulla doppia mozzarella.
    A Roma la questione si fa diversa.
    Perché dal passaggio della margherita normale a quella doppia mozzarella, il prezzo decolla da 7,50 a 9 euro tondi tondi.
    E per motivare un prezzo così alto, la pizza viene caricata all’inverosimile di fior di latte. Particolare non da poco, perché tutta quella mozzarella, se da una parte ne motiva il prezzo, dall’altra rischia di far perdere l’equilibrio d’insieme e dopo qualche fetta trangugiata la pezza digestiva è dietro l’angolo.
    Per cui, se volete una dritta, sparatevi una marinara o una margherita normale e godrete di un disco di pizza che fuoriesce dal piatto, buonissimo, equilibrato e dal sapore divino come solo Michele quando sta in giornata! Garantito.

    Per concludere, riporto stralci della mia lettera natalizia dedicata alla famiglia Condurro, come ringraziamento per averci dato la storica possibilità di partecipare insieme a loro all’iniziativa Impastiamo Tutti Assieme.

    “… Quando pronuncio il nome Michele, mi si scatena nella mente un tripudio di sensazioni, di umanità, di racconti leggendari… l’attività frenetica della pizzeria di Forcella, pizzaioli e fornai assorti nell’inesauribile precisione dei loro gesti, il vicino di mangiata partenopeo che ti si piazza accanto e ti ci perdi in chiacchiere che quasi è ora di riordinare un’altra pizza, le foto sui muri della tua lunga dinastia, caro Michele, e di un Diego Armando pischello e riccioluto che varca la soglia con un pizzico di sorpresa e curiosità in volto (e ti credo aggiungo io).

    Per alcuni di noi raggiungere Napoli è raggiungerti a via Sersale, tarda mattinata dopo un caffè preso al volo, fregando sul tempo la concorrenza umana e piazzandoci alle ore 11.30 spaccate davanti l’entrata. Ecco, a noi ci trovi sempre lì, insieme ai granitici turisti asiatici, pronti a farci cullare dalla vampa del forno.

    Prima ti mangi una pizza da Michele e solo allora la trasferta napoletana comincia a decollare.

    Quando hai davanti quei dischi di pizza strabordanti dal piatto, alla Michele, ti guardi intorno e cerchi complicità con chiunque hai a tiro, perché tutte le volte non ti capaciti di quanto sia bello trovarsi fra quelle mura, felice di esserci. Di avere la possibilità di vivertela fino all’ultimo morso…”


    Bellecose.



    jpg

  8. .
    CITAZIONE (Focacciaro @ 14/12/2016, 12:19) 
    Fabbbione ieri ho dovuto sacrificare la t shirt :shifty: ma la cravatta non vincerà su di me...

    No niente, hai spaccato troppo.
    Non posso aggiungere altro, se non che hai vinto!
    Avete vinto!
    Daje così! :wub:
  9. .
    Dottoressa Focacciara buongiorno e congratulazioni.
    Laurearsi è facile dirlo, ma difficile farlo, per cui bellecose.

    Dottoressa, una sola richiesta.
    Oltre a una foto che la ritrae gaudiosa e trionfante, gliene chiedo espressamente una di Mister Focacciaro elegante e commosso. Che io il zio lo conosco solo con le t-shirt addosso, saggia pratica che seguo pure io e che gli stimo una cifra!
  10. .
    Bravi tutti, davvero.
    Poi vabbe', la PERGAMENA deve sempre sgravà (che treno che sei, Emma)!

    Da MichEmma.
  11. .
    Personalmente, essendo un frequentatore di Michele di quelli massicci (voi c'andate a pranzo io a colazione), al di là della pasta di riporto (dove si può disquisire sulle percentuali e gli utilizzi nei vari step), ho sempre pensato che la differenza la fa il singolo e a cascata tutto lo staff.
    I Micheli in azione sono macchine da guerra, del dannato TNT esplosivissimo!
    Pizzaioli e fornai, che nel bel mezzo del panico umano, lavorano come aeroplani.
    Cioè mi fa dedurre che anche a livello d'impasto non venga lasciato nulla al caso.
    Senza la storia del S E G R E T O (che diciamo oggi come oggi per i pizzaioli è un termine un po' vetusto), ma con tanto tanto M A N I C O, posseduto solo da chi la sa veramente lunga.
    Il personale storico che sta lì ai forni (chi ci va spesso sa di chi parlo, proprio a livello di facce) è micidiale e inarrivabile.
    E comumque, più in generale, durante le Convention ho assistito a confratelli anche bravi magari in difficoltà con un impasto non perfetto da stendere. Eppure, nelle mani di un Giacomo Guido, per dire, quei panetti uscivano fuori come fosse la cosa più bella e precisa dell'universo.
    E' la vita, regà.
  12. .
    CITAZIONE (Notturno Italiano @ 30/11/2016, 19:34) 
    Alessandro Condurro e suo padre sono stati eccezionali, gentilissi, diponibili e soprattutto amichevoli che di più non era possibile.

    Credo che entrino di diritto nel nostro spirito meraviglioso per la sincerità delle loro azioni.

    Questo carburante noi andiamo strenuamente cercando.
    Questo e basta.
    Grazie dal profondo.
  13. .
    Emmuzza non so se era ancora interessata,che al limite andrei a prelevarla io dal suo esercizio commerciale :D
  14. .
    Ho letto mdadi e mi sono detto allora vengo.
    Almeno si ride.
  15. .
    Vi salvate perché non ho bazzicato qui dentro, altrimenti venivo pure io a missile.
1531 replies since 4/6/2013
.