La Confraternita della Pizza

Posts written by Kurando

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    Zio Kernel. Te e Kerala fate delle foto che parlano!
    Davvero bravi perzio!
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    CITAZIONE (NÉGHER @ 5/6/2016, 22:22) 
    A poeta nun te snaturà nun se dice Scrive.......... :D :D :lol: :lol: GRANDE

    La romanità è direttamente proporzionale ar sentimento che se prova.
    E io de sentimento qui dentro me ce abbevero.
    Grandi tutti noi! Daje sempre.
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    Poi dici perché ne vale la pena scrive...
    Grande Rambone.
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    Ahahah, amato Rambo, che belle parole.
    Le cattedre lasciamole ai professori e la Divina Commedia all'eternità, che tanto noi abbiamo troppo da fare sul fronte dei lievitati.
    Insomma torni in Italy... mammamia che bello saperti alle nostre latitudini.
    Non vedo l'ora di rivederti dal vivo... questa sì una cosa davvero importante.
    Abbracci potenti.
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    Grandmaster Salvatore.
    La tua apparizione qui dentro significa molto.
    Sempre massimo rispetto. Sempre.
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    Ammazza regà, da voi ricavo bicchierate di Brunelli di Montalcino da favola.

    CITAZIONE (Amorgos @ 1/6/2016, 08:54) 
    Bravo Fabione, sei riuscito a fare un bel racconto descrivendo in modo molto sereno e diplomatico ciò che ti è piaciuto molto e quello che ti è piaciuto meno.

    Quanto mi piace e mi riconosco in questa tua frase
    CITAZIONE (Kurando @ 31/5/2016, 18:14) 
    Per cui io, fottuto monaco thailandese quale sono, mi distacco completamente dai beni materiali quali gli sponsor, le impastatrici, i forni, le farine, i maestri, le opposte fazioni nel web, i tornaconti personali e denudato e rasserenato mi concedo alla Confraternita come luogo dello spirito e della semplicità.

    Caro Mario guarda, quando a uno gli sale il vulcano eruttivo e comincia a scrivere, viene risucchiato in una spirale multicolore che vortica velocissima, la realtà attorno a lui svanisce e il solo obiettivo che si prefigge è quello di rendere al meglio ciò che ha bisogno di esprimere.
    E la tua attenta osservazione mi fa capire che ho centrato in pieno l'obiettivo. Grazie duemila.

    Io dico solo che ogni scelta è una rinuncia.
    Scegli di muoverti in un modo e ne trascuri inevitabilmente un altro.
    Non si può essere onniscienti.
    La vera partita per il futuro sarà cosa si desidera scegliere.
    E dunque agire.

    Ahò Marius, sai che il Giardino velato mi attende, sì! :D
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    Bellecose giovanotti, grazie come sempre per i vostri bei pensieri.
    Senza la vostra preziosa presenza le parole restrebbero nel cranio a pensare ad altro.
    La svolta siete voi. Poi viene la pizza.

    CITAZIONE (Zack78 @ 31/5/2016, 21:14) 
    nella foto con Giorilli chi è il confratello sulla tua sinistra(nickname) ?

    Bellecose Zack.
    Il fanciullo alla mia sinistra è Fabio O' guaglion. Un portento di umanità e bravura.
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    “Guarda, io sono tanto buono e caro, ma se mi fanno arrabbiare poi sono dolori di pancia”.
    Se siete dei feticisti del nazional popolare come me, credo che questa sia la frase da bar dello sport più bella di sempre… sono buono eh, ma se mi arrabbio io…
    Affermazione immarcescibile!
    Ho tirato fuori sta gemma delle due lire pronunziata da chicchessia in qualunque anfratto dell’universo, solo per sottolineare che alla fine siamo tutti dannatamente uguali, possediamo un ventaglio di sfumature emotive e comportamentali praticamente identico, che possono trasformare un uomo mirabile e pacato in un teppista di strada o viceversa tramutare Jack The Ripper in un profluvio di educazione civica e sentimento morbido come gli orsetti gommosi.
    Il sommo maestro dello splatterpunk Clive Barker, per spiegare st’uguaglianza fra persone, lo ha fatto attraverso un paio di righe tra le più belle di sempre:
    “Siamo tutti libri di sangue; in qualunque punto ci aprano, siamo rossi”.
    Fantastico dico io: tre secondi di afflato creativo al sangre e una vita a riscuotere danari!

    So che starete cercando un nesso che colleghi appassionati della pizza a robe relative all’esistenza, ma vedrete che alla fine ci arriveremo per intuizione.
    Nel frattempo, alzo il tiro della caciara e attingo a piene mani dalla saggezza popolare partenopea, con quel detto spassoso che intona: “Hai voglia ‘e mettere rum, chi nasce strunz’ nun po’ addiventà babbà”.

    Ecco, la perla di saggezza in questione è arguta ma secondo me valida fino a un certo punto.
    E’ chiarissimo cosa intende la massima (se sei coione lo sei pure con un bazooka puntato dietro la testa), eppure io dico che uno nella vita mica deve trasudare rum a tutti i costi. Spesso ci s’imbatte in genti che invece di gocciolare pregiati alcoli, dai loro pori magari fuoriesce Tavernello, che non è proprio il massimo della vita, ma è pur sempre qualcosa di autentico che da se stessi zampilla fuori e viene messo al servizio degli altri.

    E io la Confraternita della pizza, nel duemilasedici - dopo anni di esperienze vissute, storie belle e meno belle, conoscenze di nuove persone fantastiche e puzzoni col botto, ma soprattutto la perdita di una marea di Confratelli storici per i più svariati motivi - la Confraternita dicevo, io la vedo più come uno stato mentale, una predisposizione del singolo individuo a spillare da dentro di sé il miglior liquido che possiede e condividerlo senza risparmiarsi. E se non è rum, è certamente il miglior Tavernello a disposizione, quello più sincero e motivato.

    Questa e solo questa è la Confraternita che interessa al sottoscritto.

    E sta marea di cazzate (ora la smetto) la dedico a tutti coloro che a Igea mi hanno dedicato un abbraccio, una chiacchiera e una considerazione tutta speciale, al di là della pizza e dei lievitati. Sappiate che io ho fatto altrettanto con voi.
    E dico ancora grazie anche a tutti i Confratelli che non vedo più di persona da tempo (e sono tanti), dal mio stimato amico Liano fino al premuroso Fulvio.
    Uomini che in passato la stazione radio della Confraternita ha messo in sintonia con le mie frequenze e da cui è scaturita la meglio musica di sempre.
    Per cui io, fottuto monaco thailandese quale sono, mi distacco completamente dai beni materiali quali gli sponsor, le impastatrici, i forni, le farine, i maestri, le opposte fazioni nel web, i tornaconti personali e denudato e rasserenato mi concedo alla Confraternita come luogo dello spirito e della semplicità.

    E rimarco con la vanga e la forza delle braccia, la striscia di terra grezza che separa il ceto amatoriale da quello professionale. E spero per il futuro che si festeggi sempre più il primo rispetto al secondo.

    La morale della favola, è che delle persone - belle o brutte che siano, simpatiche o antipatiche, profonde o superficiali, profumate o puzzolenti - bisogna saper prendere sempre il meglio e la Confraternita in tal senso è il miglior fluidificante.


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    Detto questo, passo alla Convention 2016 secondo il mio punto di vista, che come sapete io sono un macello; vengo a Igea con un chiodo fisso, che è quello di distrarmi parecchio durante le lezioni e magnare fino allo schioppo delle budella.
    E di storie toste in questa edizione ce ne sono state parecchie. Ma tutte non ve le racconterò, che dico dannazione, invece di stare qui sempre a leggere e a lurkare, armatevi di bagaglio a mano e mezzo di trasporto e la prossima volta reggiungeteci dal vivo.

    Insomma, appena giunto a Igea, dopo aver sbrigato le formalità di rito, scopro di essere stato dirottato in un certo Hotel Globus.
    Non gli davo una lira e invece sono stato benissimo. Ma tanto tanto.
    La sintonia non è stata immediata.
    La stanza dovevo condividerla col sor Davidetex, il ragazzo immagine della Confraternita (in ex aequo col nostro Négher naturalmente), ambito persino dalle paste madri.
    Varcata la soglia della cameretta ho subito notato la presenza di un letto matrimoniale. Che voglio dire. Adoro Davide, lo stimo una cifra, mi piace un casino, ma al solo pensiero di sfregare per sbaglio i miei delicati piedi contro i suoi, durante i nostri sonni ristoratori, mi faceva venire l’ansia da prestazione. E mi faceva venire in mente le scintille che fanno le spade quando due guerrieri incazzati se le suonano di santa ragione.
    Al che, sceso ad avvisare la signorina della reception, ho subito scoperto l’arcano.
    La brulla stanza in realtà aveva una porta magica che ti proiettava in un altro locale lungo e stretto, con un letto singolo a disposizione. Una salvata mirabolante! Divisi da un muro, ma con la porta divisoria aperta perché avevamo paura del buio, a russarcela come dei veri signori in panciolle.
    Da lì in poi è filato tutto in discesa: personale disponibilissimo e discreto, vista sul mare, parcheggio sotto l’albergo, mangiate rasserenate tra Confratelli, io capotavola, Davidetex dall’altra parte del tavolo, Fabbione O' guaglion e consorte alla mia destra, zio Mario Amorgos e compagna alla mia sinistra e poi ancora Esmeralda e Vanessa. Mi parevo Gesù Cristo davanti alla tavola imbandita, ma senza tradimenti infami!
    Ah. La mattina a colazione eravamo invasi da comitive di attempati e arzilli signori. Una vecchiettina del gruppo, per due colazioni consecutive si è preparata un paio di panini imbottiti, poggiandosi direttamente sopra i vassoi ricolmi di affettati e smollicando l’impossibile. E lei lì indefessa, a fare un macello, fino a quando è sopraggiunta una cameriera che col sorriso glaciale gliele ha praticamente cantate chiare. E la signora, come cascando dalle nuvole, ha farfugliato l’intramontabile “mi scusi, non ci avevo fatto caso”. Fantastico. Anziani un tempo giovani... e se fai ste cose a st’età m’immagino che t’inventavi da ragazza!
    Ma va bene così, è la vita.

    Faccenda Palazzo dei Congressi.
    Tanta roba.
    Ho apprezzatissimo i due forni all’esterno in tandem capitanati dal prode Giancarlo Casa da una parte e Stefano Callegari dall’altra. Pizze assolute. Generosità sfrenata. Dalla Capitale, due personalità veramente speciali.
    Callegari è stata la mia sorpresa del 2016 tra i professionisti.
    Al corpulento Re del Trapizzino, disponibile e di una gentilezza e una bontà fuori dal comune, ho tentato di spiegare la rivoluzione sociale e di costume che ha innescato col Trapizzino, prima ancora della bontà del prodotto in sé. Gente che fino a ieri non sapeva manco cosa fosse una farina, col Trapizzino si è cominciata a interessare ai lievitati. “Alla fine è solo una scarpetta nel sugo alla romana”, ha concluso Stefano. Enorme personaggio. E io già gli voglio un bene dell’anima.

    Ed è questo l’altro aspetto portentoso di quando ci s’incontra dal vivo, ossia beneficiare di addetti ai lavori abituati a consulenze e corsi d’alti livelli, ma in un contesto disimpegnato come il nostro. E allora ti ritrovi a pizzare e a chiacchierare amabilmente con professionisti che ne hanno viste parecchie. E quando tutto finisce e tu torni a casa, la volta che andrai a trovare quel professionista nel suo locale, anche se lui non ti riconosce, a te prenderà comunque bene, per sempre, perché osservandolo al lavoro non potrai fare a meno di ripensare a tutti quei momenti da paura trascorsi assieme.
    Il maestro Giorilli per dire. Io fino a ieri pensavo lo tenessero blindato dentro un grattacielo di ghiaccio e ultra sorvegliato a vista e averlo visto insieme a noialtri birichini, ti viene da urlare a squarciagola e col coro da stadio “Piergiorgione uno di noi!”

    Per dire, passa l’inossidabile Sandokan in bagno e trova me, Alberto e l’affabile pizzaiolo Enrico Maria Lombardi a raccontarcela di brutto sullo stato attuale delle pizzerie partenopee! Nel cesso senza meno, location favolosa per un confronto dabbasso di quelli che ti restano dentro.

    Poi ahò, ci sono anche dei buchi neri come la pece nei miei resoconti.
    E mi scuso di persona col maestro Francesco Favorito per la mia disattenzione, ma mentre lui parlava di gluten free, ma anche di picchi glicemici, obesità, fame nel mondo, ogm, neoplasie al colon, guerre e pestilenze, proprio in quel momento standogli di spalle, io mi stavo gargarozzando un traccio di pizza talmente carico di fritto, sugna e pepe, che mica lo so cos’avrebbe pensato il maestro scorgendomi nella postura goduriosa a faccia in su di quando si piluccano grappoli d’uva direttamente con le labbra.
    Il bel ricordo del maestro tuttavia ce l’ho per associazione d’immagini, in particolare quella del mitico Ivan Modigliani, in prima fila a seguire la lezione in maniera reverenziale. Daje Ivan, il fottuto glutenfrì presto lo maneggerai come un prestigiatore.

    E poi finalmente c’è la Convention degli amatori, che quest’anno hanno un po’ arrancato a distruggersi d’impasti per mancanza di spazi adeguati.
    E subito una cosa mi è zompata agli occhi.
    Mi riferisco all’altissimo livello qualitativo raggiunto da alcuni di noi.

    Lievitopadre è diventato un mostro e i professionisti farebbero meglio a pregare che Alberto non perda mai il suo lavoro principale. Ci ha deliziato d’impasti di ogni tipo, preparati con dovizia o allestiti al volo, eppure ognuno aveva una profondità di sapore inarrivabile. Un enorme Alberto e un vero appassionato.

    Fabbione O' guaglion, che dopo aver stracciato tutti quanti al concorso amatoriale di pizza di Antonino Esposito ai tempi di Alassio, s’è messo al servizio di una stella nascente come Giacomo Guido e di una rivelazione come Elio Santosuosso (il Kim Rossi Stuart della pizza) e ha sfornato pizze perfette, con ritmi forsennati e con una determinazione da grande. Fabio rispetto a me abita lontanissimo, ma giuro che se un giorno dovesse aprirsi un locale, andrei a trovare lui per primo e poi devierei anche dal sor Renato Bosco visto che mi trovo nel profondo nord.

    Di Emma scriverei solo cose risapute, ma la voglia irrefrenabile di non starsene con le mani in mano è da ammirare letteralmente. La vedevi che si contorceva, bramava, scalpitava e poi alla fine si è creata un angolo defilato per conto suo e si è messa a impastare a rotta di collo. Insieme al massiccio Matteo (proveniente dall’old school di vita di Franko e dunque al top), sono stati entrambi memorabili a infilare nei forni tutto quello che gli capitava a tiro. Grazie Emma, io sono un tuo fan di quelli a cui potrebbe scattare l’ossessione brutta nei tuoi riguardi. Occhio.

    Pizzabike è stato una sorpresa trovarmelo davanti. E con lui ora tutto torna, è proprio una questione matematica, infatti Gianluca è amico stretto di RamboneFango, quest’ultimo persona squisita, piena di risorse e ovviamente mio amico. Tutto torna quindi e chiamatemi stronzo ma in quanto a vederla lunga sulle persone che frequento non potrete mai battermi, ve lo dice zio.
    Gianluca mi ha raccontato di quanto gli stia accadendo nell’universo pizza e ho capito di trovarmi davanti a un autentico self-made man. Sappi che qualunque successo raggiungerai, il zio qui starà sull’orlo della strada col cappellino e la bandierina a festeggiarti come si deve. Daje forte zio!

    E poi ahò, lo scorso anno la palma del vero eroe della Confraternita andò a mastro Pinomerenda che mi stupì coi suoi topping micidiali, ma st’anno la Palma d’Oro del vero fratello di sempre la consegno senza riserve a Capitan Dekracap, divenuto Generalissimo dopo tutto quello che ha fatto per me.
    Avete presente la DekMod per l’Effeuno? Avete seguito le istruzioni attraverso uno schermo di computer e adesso siete contenti? Ebbene, sappiate che Riccardone non solo si è messo lì e con mille risate mi ha spiegato in diretta ogni passaggio, ma a parecchi di noi ha preparato direttamente il kit da montare una volta tornati a casa.
    Un grande. Fino al mese di ottobre, caro Dek, sarò al tuo servizio per qualunque tua necessità. Ti finisce il caffè a casa? Chiami il Kurando e zio qui te lo porta in un par d’ore.
    Nella faccenda della modifica del forno non posso non citare Francescano. Fantastico st’uomo. Ho capito immediatamente che prima di rapire Dek per far partire la spiegazione della modifica, Francesco aveva la priorità assoluta su tutto e per diamine, mi sono messo in un angoletto e ho atteso il mio momento! Francescano merita rispetto a prescindere, inutile girarci intorno. E sono morto dalle risate, quando Dek per modificare i fili dell’F1 ha semplicemente aperto un minuscolo lamierino posteriore, mentre Francesco, nel dubbio, a casa aveva scoperchiato completamente il forno trovandosi davanti alla lana mortaccina quella brutta e batuffolosa che isola i circuiti. Che paura, mammamia!
    Scherzi a parte, Dek mi ha ragalato momenti di abnegazione all’ennesima potenza. E’ stato meraviglioso vederci tutti presissimi intorno a un forno.

    Un abbraccio massiccio anche a Charliedibreme, per il filo siliconato che ci ha donato e per una cosa comunicativa strana che ci è accaduta. Venerdì sera, quando ci s’incontra tutti quanti in veranda a mangiare, bere e fare baccano, Charlie mi raccontava l’epopea di chi lavora dietro il business delle cipolle, che è facile andare al banco del fruttarolo e prenderne tre di numero, inconsapevoli di quanto lavoro ci sia dietro sta bulbosa. Charlie a un certo punto racconta del cambio d’abiti obbligatorio per non contagiare i vari campi durante la raccolta. E nel raccontarlo ci mette un’enfasi assai convincente. Insomma, mi pareva una roba valida. Al che, abbastanza alticcio dalle retiterate bevute di alcolici, ho bofonchiato tra me e me una roba tipo: “Fica sta curiosità del cambio d’abiti. Devo ricordarmi d’inserirla tra le altre cose fiche, tipo che ne so, il cibo che rifilano ai piloti d’aerei di linea”. Sconcerto generale attorno a me. Perché in quattro e quattr’otto non si capiva come dalle cipolle si fosse passati a discutere di quello che mangiano i piloti di linea. E tra le risate generali, per me è stato difficilissimo far capire che non volevo cambiare discorso di palo in frasca per parlare dei piloti, ma che semplicemente volevo inserire la curiosità del cambio d’abiti di cipolla tra gli argomenti gagliardi che poi ti rivendi quando stai in gruppo, tipo appunto la curiosità dei piloti…

    Abbracci a Lugonez e alle sue eterne piade con squacquerone e marmellata di fichi caramellati. In cui Marcello Sandokan ha immediatamente apportato una modifica 2.0, infilandoci dentro un po’ di salamini incredibili di sua proprietà.

    Un bacio sul collo a Nico178, per il suo pepetto buono su ogni pietanza. Prendi un cesso di alimento, ci sfarini sopra con le dita un po’ di pepe dei miracoli e ti trovi davanti la leccornìa più buona della vita.

    Una stretta fortissima a mister Focacciaro, chiamato anche il Vichingo di Braveheart.
    Massiccio e sempre sul pezzo, con tre sguardi ho capito subito che col zio dal vivo in futuro ne vedremo delle belle. Oltre al fatto che esibiva le magliette con le barbe e a me quando mi parli di magliette e di barbe folte mi mandi in visibilio.

    Grazie a Mariantonietta, che si è portata una sala operatoria appresso. Meno male che non ho avuto bisogno di venire rianimato e dunque ho esclusivamente goduto dei suoi doni cibari e artigianali sempre graditi.

    Una stretta potente anche a mister Tony Z, che quando gli parli non sai mai se ti prenda per le chiappe o meno (e a me sta cosa ingrifa parecchio). Mi sono fatto indicare la strada per tornare a Roma e sono stato a culo teso per metà viaggio, infatti ero convinto che per scherzo mi avesse gabbato, facendomi raggiungere in quattro e quattr'otto il confine con la Francia.

    Infine Pier Ustica. Per me più di un amico. E’ uno zio e un cugino allo stesso tempo. Ho avuto il piacere di spararmi il viaggio di andata insieme a lui e ragazzi, quando un viaggio di quattro ore ti passa come se fossero trascorsi dieci minuti, allora significa che ci si trova in auto con la persona giusta.

    Baci poderosi a tutti gli altri e se non vi siete trovati citati non prendetemi per stronzo, poiché io so chi siete e quanto valete.



    Ah. La curiosità su cosa mangiano i piloti degli aerei di linea…
    Ebbene, quando sti ragazzi devono affrontare lunghe tratte, i loro menù sono obbligatoriamente diversi, per evitare che un improbabile alimento avariato possa mettere fuori gioco entrambi i piloti.
    Vi credevate mi fossi dimenticato eh?

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    Pezzo dedicato al sommo Salvatore Di Matteo, la cui assenza mi è mancata un sacco (di farina…) e a Zi Pigi, che senza di lui la birra è solo acqua colorata.

    Edited by Kurando - 1/6/2016, 08:21
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    Grande Marcellone.
    La vita ti pone davanti obiettivi, difficoltà e responsabilità, ma te ogni anno sei sempre meglio, gentile, pulito nell'animo, assai sveglio (e soprattutto secco e in formissima). Che Iddione ti preservi nei secoli.
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    Bellecose zio Kernel.
    Rasserenati, io l'F1 a riposo lo tengo dentro l'armadio fra le mutande e le cravatte d'ordinanza.
    Poi mi sono anche cancellato dalla palestra, visto che quando voglio pizzare, me lo incollo di potenza e me lo porto in cucina; e per fare sto spostamento muovo almeno sei fasci di muscoli, per cui sto a posto.
    Quello spazio pare fatto apposta per il tuo F1, anche se ai lati lo vedo azzardato per quanto riguarda lo sfogo dell'aria.
    Dipendesse da me, sfrutterei senz'altro quello spazio, ma a forno spento. Mentre a forno acceso a cannone lo terrei in un punto meno costretto.
    Però ahò, vedi te ovviamente. Portalo a cannella, studiati quanto scalda e quanto sfoga di ventola e poi valuti.
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    Caro Enrico, quando si parla del Pinonemerenda, hai il diritto di aprire tutti i post che ti pare! E non sentirti il solo che qui c'è gente che ha tentato anche il rapimento coatto ai danni del Pino. Tipo farlò sparì, portarselo a casa e farsi fare le meglio pietanze che solo il suo genio poteva tirare fuori. E guarda che il colpo era fattibilissimo e assai produttivo: per minacciarlo, sarebbe bastato sostituire la rivoltella con una salamella di quelle botuliniche. Avrebbe fatto di tutto per noialtri viziosi!
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    A zii, ma che davvero? Ma che vi devo fare lo spiegone? :D
    Vabbè dai, rileggendo la frase, peraltro impoverita di smile e punteggiature, un pochino poteva fuorviare.
    Dico fratello Nico178, uno dei fratelli più belli e stimati di sempre, ma posso non volerlo a Igea? E chi sono io per non volerlo a Igea?

    Il fatto è che io sostenevo l'esatto contrario, ossia (e vabbè, mi tocca fa lo spiegone), fratello Nico chiede di aspettarlo prima di cominciare la dimostrazione... quando in verità, tutto il mondo, ovvero noi confratelli avvelenati al completo, stiamo già a Igea da quel dì, nascosti nei peggio anfratti, prontissimi e in attesa con la bava alla bocca che Emma bella ci faccia la dimostrazione magica. Questo intendevo con tutto il mondo, mannaggia la muerte.

    Nico... aspettami Emma.
    E noi mondo... ahahah, Emma dovrai cibarti di una massa di curiosi cronici quali siamo... compreso zi Nico.

    Tutto qua.

    Ahò, fatemi un cenno di smile che sennò mi fate avvilire, porcogiuda porco.
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    CITAZIONE (Nico178 @ 26/5/2016, 10:50) 
    ciao Emma aspetta sabato ad impastare che arrivo a vedere,

    Tutto il mondo arriva a vedere, porcozio.
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    AndreaAlassio, grazie :D
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    CITAZIONE (Nico178 @ 23/3/2016, 21:22) 
    io ho un posto in macchina

    Ah sì, è il posto che ti si è liberato una volta che hai tolto dalla macchina lo Zio Cirone! :D
1531 replies since 4/6/2013
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