La Confraternita della Pizza

Posts written by Kurando

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    Ahahah.
    E niente, ormai mi sono fatto sgamare...
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    Albertis.
    La prima volta la tua pizza mi ha esaltato.
    Tocca dunque vedere se era solo fortuna o vero manico! :D
    Io propendo per il manico.
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    Sempre nelle retrovie ma sempre presente. Sempre.
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    Votato
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    Una cosa è certa.
    Molte farine questa estate sono state sacrificate per una giustissima causa! :)

    In bocca al lupo ai contendenti.
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    (Primo piano di Madia Colombara, 3 – 5 Kg di impasto)





    Fronte imperlata di sudore, avambracci rigidi e bicipiti rigonfi dopo aver chiuso un impasto a mano.

    “Porcoddena! Il mio trisavolo zio Arduino aveva già capito tutto…”

    Ancora adesso, dopo proficui mesi di esperimenti, sono qui a ripetermi stupito questa inappuntabile verità. Di zio Arduino, intendo.

    C’è un segreto legato all’esistenza della Madia e per scoprirlo bisogna semplicemente possederne una.

    Prezioso utensile che ha reso gigantesco l’operato di una miriade di panificatori esistiti prima di noi, ai tempi d’oggi averne un esemplare in cucina incoraggerebbe senza remore alla minzione mattutina, considerato l’aspetto da pitale squadrato, oppure verrebbe da indossarlo a Carnevale come cappello da samurai, ma la verità è che dietro a tutti quegli spigoli s’irradia la perfezione assoluta.

    Butti nel suo ventre il tuo pezzetto ben calibrato di lievito di birra, aggiungi acqua e sciogli con le dita ascoltando il piacevole sciabordio. E’ il canto della Madia, che ti prepara alla fatica successiva.
    E quando acqua e farina s’incontrano e la mano s’indurisce ad aumentare l’andatura, solo allora il segreto di cui sopra si rivela in tutta la sua potenza: ondate d’acqua pastellata lambiscono le alte pareti lignee senza mai oltrepassarle, si lavora l’impasto con una mano, mentre l’altra è comodamente poggiata sul bordo per stabilizzare il movimento; più farina s’aggiunge e più il movimento si fa energico, come un mare in tempesta tutto s’agita eppure la materia lavorata resta in seno alla Madia.

    A osservarla da fuori, statica e quadrangolare, parrebbe un ordinario mobiletto anni settanta, ma chi ci sta sopra comprende quanto in realtà la Madia sia palpitante, viva, pronta a figliare il suo impasto.

    Certo, il pratico casalingo potrebbe obiettare: “Tutta ‘sta manfrina, quando è sufficiente recuperare dallo scaffale una ciotola qualsiasi e impastare allo stesso identico modo”.
    Senz’altro. In tempi moderni la praticità prima di tutto.
    Poi però succede che in un momento X della mia vita, prendo la praticità e la mando straordinariamente a cagare, godendomi ogni gesto con una calma lunare praticamente estinta di questi tempi.

    Tornando alle faccende serie, quando ho a che fare con Pizza&Pani per me esiste solo il meglio.
    E il meglio per come lo concepisco io ha senza dubbio a che fare con USTICALAB.
    https://usticalab.wordpress.com/

    Nella mia esperienza di panificatore casalingo/agguerrito ho capito che farsi un bagno nell’acqua della Sardegna non è come farselo nel litorale laziale a Maccarese.
    Certo, c’è la sabbia, il sole, il vento, sempre di mare si tratta e poi uno più è bravo a nuotare e più arriva fino a largo, tuttavia non è la stessa cosa.
    E questo concetto, legato a doppio filo alla realtà di USTICALAB, lo vado raccontando già da quel dì
    https://laconfraternitadellapizza.forumfree.it/?t=66702516

    Io posso solo dirvi che Pierpaolo Paternoster è un fine artigiano del legno con la benefica aggravante di amare alla follia l’Arte Bianca. E allora, dietro le sue tavole levigate e sapientemente incastonate, c’è tutta un’osservazione delle attrezzature dei Maestri, antiche e moderne, con la ferma intenzione di elaborarle e trasformarle in manufatti dotati di vita propria.

    E io è da molto tempo che ho capito la lezione e quando sarà il momento non vorrò farmi trovare impreparato.
    Una cosa tipo: “Zio Arduino aveva già capito tutto, ma zio Kurando aveva capito ancora di più”.

    Bellecose.

    Edited by Kurando - 12/9/2017, 16:05
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    CITAZIONE (Notturno Italiano @ 21/6/2017, 11:26) 
    ATTENZIONE: l'estate potete passarla ovunque.... anche chiusi in casa, coi poster delle Mauritius... e per citare il dotto filosofo:

    "E chi ci'ooompedisce?!"

    :lol:

    Esatto, bravo Prius.
    Più che le transumanze fisiche, c'è proprio da esaltare l'estate che ognuno di noi ha nella propria testa.
    Quella che ti predispone per il verso giusto e ti fa vivere momenti gagliardi anche se si resta dentro casa in canottiera e ciavatte!
    Daje, scovate al più presto la vostra estate. :)
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    Zio Meamb una certezza.
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    Spettacolo!

    Bravo Stilo.

    La pizza sbagliata a me ha capovolto animo e sensi... una roba indescrivibile!
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    Siete lo squadrone che mi sono goduto alla Città della pizza.
    E mi viene d'affermare che potreste tranquillamente raddoppiare i chili d'impasto, perché siete macchine da guerra e resterebbe pizza da offrire pure alle statue.
    Daje!
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    Foto gagliarde di genti strepitose.

    Tutti belli e bravi.
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    Grandioso Ginone!
    Davvero niente male la faccenda.
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    Personalmente trovo più elegante la dicitura ALTA DIGERIBILITA' che non Lievitazione a 24-48-72 ore, che fa molto etichetta a 9,99 euro affissa sulla mutanda elasticizzata di marca in offerta.
    Ma non è questo il punto. Anche perché questo tipo di espedienti sulla bontà della maturazione dell’impasto lascia sempre un po’ il tempo che trova. Magari mi fai cento ore di maturazione in frigo e poi mi usi mix imbarazzanti di farina puzzona.
    Inoltre questa pizzeria mi sta simpatica perché ha utilizzato il MISTER iniziale e a me quando fai uso di MISTER in questo modo m’inviti proprio a nozze.
    Infatti Mister Panino alla stazione Tiburtina mi mette sempre di buonumore.

    Ma non volevo parlare di questo, ma della seconda parola dell’insegna, ossia TEGLIA.
    Per questioni di privacy chiamerò un mio caro amico con un nome di fantasia, tipo Johnny Guitar, per rivelarvi che lui sta in fissa con le teglie in ambito casalingo e insomma, quando c’incontriamo ci racconta sempre le sue gesta con tanto di enfasi e descrizioni tecniche dei suoi impasti.

    Allora una volta stavamo in un pub e di quanto ascoltato da Johnny Guitar fino a quel momento avevamo attribuito la colpa al vocio degli astanti e alla musica dance sparata a un volume troppo elevato.
    Perché Johnny parlava dell’efficacia delle sue pieghe agli impasti e ogni volta c’intermezzava il termine TELLIA… perché la teLLia non è la verace o la pala che sai che ci vuole a prepararle… perché l’idratazione per una teLLIa è tutto un altro mondo rispetto alle altre pizze ecc. ecc.

    Poi una volta, finalmente, ci troviamo a casa di Johnny, a gustarci queste famose teglie. Stavamo lì tutti in silenzio ad attendere che lui dicesse qualcosa circa le sue creazioni e a un certo punto accade quello che non avremmo mai voluto sentire… perché ragazzi miei, la teLLIa è uno stile di vita…

    E noi a fulminarci con sguardi incandescenti di fuoco e fiamme e silenzi difficilissimi da sostenere, fino a quando colui che chiamerò Pico della Mirandola per questioni di rispetto verso i miei amici, così, a bruciapelo, gli fa: a Johnny… tellia? Ma che cazzo stai a dì?
    Tellia con le elle, dico neanche nei quartieri malfamati di Rio de Janeiro…

    E Johnny, divenuto bimbo all’istante, che candidamente sussurra: ma perché, come si dice?

    E qui si vede troppo la disfatta di tutte le certezze della vita di Johnny, tanto da fare la faccia uguale a quando da ragazzino ti dicono che la befana non esiste e i regali te li fa trovare tu madre sul tappeto mentre dormi e tu, lì per lì la prendi sportivamente, ma poi ti rinchiudi in bagno in solitudine e piangi tantissimo. Ecco.

    Quindi voi capirete se vi dico che nel giro delle mie amicizie, TELLIA è entrato a far parte del nostro ordinario lessico utilizzato nella quotidianità della vita.

    Tellia, mortacci!

    Daje a Mister Tellia, comunque!
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    Ieri cara Emma mi sono fissato a osservarti a te e a Matteo.
    Per mezz'ore intere.
    Mi parevo uno stalker con eccitamento da farinecei!
    Ogni tanto distoglievo lo sguardo e lo facevo di proposito, perché altrimenti da fuori avrei messo paura a chiunque, ahah.

    "A Renato, guarda sto strano ceffo come fissa i pizzaioli. Che dici, chiamo la sicurezza?"
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    CITAZIONE (RiderMaurizio @ 1/4/2017, 15:41) 
    Nel nostro STAND nonostante le poche mattonelle a disposizione per muoverci entrava chiunque dai Maestri Pizzaioli per un saluto con tanto di selfie, gente che voleva vedere il forno da vicino e chi voleva provare a stendere... :lol: :lol: :lol:

    Esatto, Maurizione.
    Anche questo aspetto mi ha impressionato.
    Il grande Arletto, l'inarrivabile Calegari e gente d'ogni tipo che entravano e uscivano dall'area con una spontaneità divertita che avrebbe emozionato pure uno col cuore di marmo.
    Ed è stata una situazione atipica, perché gli altri stand erano occupati esclusivamente dal team del pizzaiolo della serata e dunque un massimo di cinque o sei persone a postazione.
    Nell'area della Confraternita c'era il caos reale!
    Un viavai di pizze appena sfornate, condimenti ricaricati a razzo e intermezzi di selfie caciaroni, così, alla traditora.
    Fratelli miei, ieri v'ho amato proprio a livelloni profondi.
1531 replies since 4/6/2013
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