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Notturno Italiano.
L'umile Cella di Notturno_Italiano
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“Ma tu non ti sei mai commosso, nemmeno un momento, in questi tre giorni?”.
La porta di casa si apre, ospitale e familiare, al nostro rientro, proprio mentre Rita mi spara questa domanda a tradimento, alle spalle....
….
A mezzanotte, nelle cucine di un hotel falsamente silenzioso, AndreaAlassio mi ha chiamato ad assisterlo mentre impasta con la spirale.
Alle mie spalle entra Antonino Esposito.
Sta rientrando proprio ora da una passeggiata con la moglie e la bambina e indossa una bella camicia, ma dopo dieci secondi ha le mani tuffate nella farina e aiuta Andrea a incordare un impasto in difficoltà.
Le mani di Antonino sono larghe e oneste.
Raccolgono farina a coppa e la spruzzano piano, ad asciugare l'impasto mentre le dita si muovono sulla griglia della spirale, per pulirla dai residui di quella magica polvere bianca.
Gesti pacati, colmi di rispetto, misurati.
Le mani di Antonino raccontano una storia lunga, fatta di lavoro, di fatica, a volte di momenti duri.
Quelle mani hanno tremato, giovanissime, quando hanno firmato le cambiali necessarie per aprire la prima pizzeria, da ragazzo e hanno lavorato duro e costanti, tutti i giorni, sempre, per onorarle.
E oggi, con il successo, quelle mani hanno memoria e ricordano tutto, ricordano le difficoltà e i momenti duri e si muovono sulla pizza con tutto l'amore e il rispetto e la gratitudine per quel che dalla pizza hanno ricevuto.
Ed è per questo, forse, che l'uomo Antonino Esposito sa donare se stesso agli altri, senza tanti perché, soltanto per amore, come ha mostrato a noi in questi giorni.
Nel buio delle cucine, guardo quelle mani e di colpo mi rendo conto che mi ricordano le mani di mio padre e si.... mi hanno commosso fin dentro l'anima, Rita, ma non te lo saprò spiegare mai.
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Le mani di Antonino Esposito |
