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L'umile Cella di Notturno_Italiano
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Come lo passerete voi?
Quest'anno, per la prima volta, io e Rita resteremo a Roma e passeremo qui il Natale, a casa nostra.
E' una bella sensazione. Si preparano piccole attenzioni, le lucine tra le pentole di rame fanno bei giochi, le scorze di mandarini, sulla ghisa della stufa, emanano un profumo che ti fa sorridere e pensare al Natale.
E ho comprato un grande ceppo di legno, da mettere la notte del 24 nella stufa, per farla durar accesa tutta la notte. Una tradizione, di cui mi parlava sempre mio zio Giovannino, il fratello grande di mio nonno materno.
All'imbrunire, quando le strade del paese si svuotavano d'un colpo e si sentivano le voci delle donne che provenivano dall'interno delle case, zio Giovannino tornava dalla campagna, sopra un cavallo alto e lento e con il cagnetto che gli saltellava attorno.
Scendeva lento di sella (era alto quasi due metri), portava il cavallo nella stalla, andava a lavarsi e poi mi portava in casa.
Mi prendeva sulle ginocchia e ce ne stavamo a guardare il caminetto. Ricordo che mi diceva che il fuoco è sempre diverso, ogni giorno, e che "Una notte importante vuole un legno importante" e dava qualche bella pacca su un grosso ceppo che stava già pronto lì, accanto al caminetto.
Aveva mani enormi e dure, le dita si piegavano a stento, ma mi sollevava in braccio sempre senza sforzo e con un garbo assoluto.
Restavo ore a guardare quel caminetto, a domandarmi come sarebbe mai stato il fuoco "speciale" della notte più importante dell'anno... me lo figuravo nei colori e nello scoppiettare, quasi me lo vedevo "vivo" e animato.
Non l'ho mai saputo.
Zio Giovannino morì che io ero ancora alle elementari e non passai mai una notte di Natale davanti al suo fuoco "speciale".
Non ho più pensato a quel fuoco, poi, per mezzo secolo forse, ma quest'anno ho comprato un grosso ciocco di legno ed è qui, vicino alla mia stufa Franklin, e ogni tanto mi viene voglia di dargli una bella pacca... e risento una voce antica.
Mancano ancora sette giorni a Natale e io lo passerò con Rita e sono felice.
Voi come lo passerete?
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posso venire anch'io ...? qua c'è sempre un casino di gente ... . -
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A spadellareeeee!!!!
Bel racconto ettoruccio.... -
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Loro si che sapevano vivere e gustare i bei momenti della vita.... . -
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Anch'io con un ciocco speciale come il tuo...al mio paese c'e' lo stesso pensiero per il fuoco di natale.... grande perché doveva riscaldare il bambinello.... . -
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io quest'anno, menomata come sono, a traino di famigliari e parenti.
E nessun panettone nè pandoro con 12 chili di farina per grandi lievitati del Molino Dalla Giovanna
dramma........... -
Piterpizza.
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Racconto molto toccante Ettore, io spero di passarlo a casa mia con figli e nipoti ed un bel fuoco nel camino. . -
bubusettete.
User deleted
Anch'io un ciocco nel camino in taverna,assieme ai miei familiari,un fuoco che scaldi il cuore...
Buon Natale. -
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nella patria del grasso per eccellenza il 24 camino acceso e nulla di particolare se non l affetto e la compagnia della famiglia che alla fine e quello che conta non c'e un menu particolare noi festeggiamo il 25 a mezzogiorno i suoceri di mio fratello hanno una pasticceria e il 25 lavorano si festeggia il 25 verso le 13,30/14 ma va bene cosi con le persone che contano.....
ettore anche qui abbiamo due tre ceppi da mettere su la notte di natale se solo venisse un po di neve.....un abbraccio luca. -
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Il 24 sera a Firenze con moglie, figlio e fratelli con consorti, domenica a pranzo a Bologna con moglie, figlio e suocero.
@Ettore:. -
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Io sono di famiglia meridionale. Conosco bene la tradizione della vigilia ma purtroppo, non avendo parenti qui al nord, non ho mai veramente assaporato il senso dell'attesa del Natale
La tradizione vuole una cena di magro: zeppole di baccalà, pasta aglio, olio e peperoncino, pizza con la bieta, capitone e struffoli
Bella discussione Ettore. -
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Bellissimo post Ettore
Io non so di preciso che farò, quello che è sicuro è che mi strafoghero' al limite dell' umana comprensione , e cosa più importante dopo mesi di convivenza con i colleghi di lavoro , starò in famiglia.
Ultimo ma non pervportanza ,non vedo l'ora di andare a napoli e prendere quei 7/8 kg. -
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Ettore, sei meglio di uno scrittore, a quando un libro? . -
Francescano.
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bellissimo racconto
anche da noi c'è (c'era) la tradizione del fuoco di Natale, in campagna alle 17:00 (circa) si accendeva un falò che sarebbe durato fino a notte, e si lasciava li ad ardere da solo intanto che si rientrava in casa per il cenone che appunto iniziava nel tardo pomeriggio
per quello che mi raccontavano lo spirito di quel falò era quello di fare da ricovero per i viandanti che in quella notte avrebbero trovato lungo il loro viaggio un posto caldo dove fare una sosta .... nella mia immaginazione questa cosa mi riporta alla mente il viaggio dei Re Magi e dei pastori che andavano in adorazione al bambinello, e probabilmente l'idea da cui parte questa tradizione è proprio quella di accogliere chi si spostava per raggiungere luoghi di culto o più semplicemente per dare ricovero ai pastori che facevano transumanza comunque presenti nelle nostre zone in passato.