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Notturno Italiano.
L'umile Cella di Notturno_Italiano
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Beh, anche questa è fatta. 
Quasi tutto è sistemato... (c'è lo chef del palazzetto che sta avendo crisi isteriche per la mancanza di roba sua, ma sistemeremo anche questo).... ogni cosa, in un modo o nell'altro, sembra aver trovato la propria via e adesso si ritorna alla quotidianità.
Com'è stata questa convention?
Intensissima e difficile. Stavolta eravamo quasi 300, la sala era immensa e non avevamo nessuna esperienza di quel posto, per cui metter sù tutto è stata davvero un'impresa impossibile da descrivere e molto molto impegnativa.
Ma, tutto sommato, alla fine dei giochi le cose hanno funzionato.
I nostri Grandi Amici sono stati perfetti, come sempre, generosissimi. Tutti letteralmente fagocitati da voi, fratelli, sommersi dal vostro entusiasmo. Lo scambio è stato intensissimo... a volte sembravate tutti in trance...
La sala.... questa benedetta, immensa, lussuosissima sala da millemetriquadri.... una roba impossibile, costellata da oltre 35 tavolini da otto posti, come a un immenso matrimonio... con la maxi-tv per mostrare a tutti le riprese delle mani degli chef, le sue cucine iper-professionali, le sue vetrate infinite e le sue due terrazze, che ci hanno permesso l'uso dei forni a legna.... io una sala così l'avrei soltanto sognata... mai avrei sperato di poterci stare. Qualcuno se le ricorda le nostre battute alle prime convention "Dovranno darci il palazzetto, prima o poi!" e ridevamo.... e invece, eccoci lì, a riempire spazi assurdi.
Eravamo tantissimi, eravate bellissimi da guardare. Ve lo dico davvero, di cuore. Eravate bellissimi, o tutti attenti coi prof, o tutti sorridenti tra di voi, o tutti esaltati a impastare, stagliare, infornare.... bellissimi sempre.
Ma il momento più bello, lo ripeto anche qui, per me è stato quello della consegna delle targhe ricordo.
Sabato sera, dopocena, eravamo tutti sotto il pergolato del San Salvador e ho vissuto il più bel momento della convention, tra centinaia di voi che ridevano, sorridevano, portavano cibo, bevande, di tutto e cori e applausi... un momento che non dimenticherò mai.
L'altro punto eccezionale è stato l'hotel San Salvador. Un posto pazzesco, in cui tutto è perfetto. Pulito come una sala operatoria, luminosissimo e bello. Dove si mangia da paura, grazie a una cucina meravigliosa e a uno staff perfetto. Non saprei cosa chiedere di più!
E infine la nostra amata Pizza. Ne è uscita alla grande! Realizzata e cotta in ogni modo, dai classici impasti perfetti della tradizione alle più recenti tendenze, dalla teglia alla pala, fino alla romana reinterpretata, un godimento continuo.
Ricorderò mille flash: la salita dello Zio Ciro sù per 50 scalini, la pioggia che ha inutilmente tentato di spegnere gli entusiasmi, la sala stracolma di teste, mille pizze, Mela67 che mi sorride, le cucine che ribollivano di attività, camminare con le gambe che sembravano morte, gli applausi a fine lezione, le corse a comprare la legna, allestire le prese elettriche per 20 KWatts, l'incoraggiamento di tanti, l'audio sparato dalle casse, i mic che fu*zion*van* a tratti, i forni che ci prendevano in giro, le facce di chi assaggiava l'aroma del priore, Giancarlo Casa che impastava e sorrideva, Giacomo Guido circondato da tutti, Sergio Maria Teutonico che riceveva l'ovazione alle targhe, Salvatore Di Matteo che muoveva le mani con la sua eleganza pazzesca, Maurizio Capodicasa capace di essere allo stesso tempo una roccia e un cuore che batte, Mela67 che riceve mille baci da tutti, i continui corri-corri, le mie figure odiose da capoclasse che chiede di abbassare la voce e infine, sopra ogni altra cosa, 300 sorrisi per me:
i vostri.
Si, è stata una splendida Convention..
La nostra Quinta ConventonTocca dire due parole, no? |