Frigo si frigo no

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  1. pizzapazzaapezzi
     
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    Spulciando qua e la nel forum ho letto più di un post dove nonostante 1000 ore di marurazione e 500 ore di appretto l'impasto non era maturo, quindi elasticità gommosità ecc ecc. La cosa comune fra questi è l'uso del frigo. Prassi comune per far lievitare l'impasto tanto lentamente da permettere agli enzimi di lavorare e farlo maturare. Io ho fatto sempre tutto a ta mettendo a maturare gli impasti nel fermabiga a 18°c arrivando sempre alla stesura con panetti che si stendevano da soli. Domenica per, la pizzata di rito, ho voluto provare il frigo, 48+12, 360w, 65%idro, 50g/l sale, sono arrivato alla stesura con dei panetti gonfi poco rilassati e elastici, come se avessi fatto uno staglio troppo stretto, magari lo era, ma con 48 ore alle spalle pensavo che un 360w non avesse molto altro da dare in termini di glutine e perché a ta questo a sempre funzionato. Ai corsi che ho seguito per lavoro si è sempre parlato di temperatura di chiusura impasto intorno ai 26°c, per far lavorare al meglio lieviti ed enzimi. Riferendomi a quest'ultima considerazione sugli enzimi, ricordo che la loro azione catalizzante è condizionata da densità ph e temperatura. Infatti da 0 a 100°c la velocità delle reazioni catalizzate dagli enzimi cambia con un amdamento a parabola con apice proprio nella temperatura ottimale (che può cambiare per il tipo di enzima e per le consizioni di impasto ), partendo da una fase inibita a velocità 0( per le temperature sotto zero fino a 0 essendo l'acqua libera molto bassa non permettono alle reazioni di avvenire) fino ad una fase denaturata a velocità 0 e irreversibile(alle alte temperature dove gli enzimi "muoiono" se mai sono stati vivi) passando per la massima velocità alla tempera ottimale. Fatta questa premessa pongo la domanda, siamo sicuri che il frigo, come è solito pensare in pizzeria, non influisca sulla maturazione degli impasti? È giusto considerare gli stessi tempi di maturazione (chiaramente cambiando la dose di ldb)per la medesima farina sia che si lavori a ta o che si usi il frigo?

    Edited by pizzapazzaapezzi - 8/6/2016, 20:46
     
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    Mi metto in coda.
     
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    Ho capito poco, ma seguo! :D :D :D
     
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  4. pizzapazzaapezzi
     
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    Ti do ragione lho scritto mentre ero in fila in tangenziale e ogni tanto la fila ripartiva!!! :P
     
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    Frigo tutta la vita! Approfitto per ringraziare ancora una volta la confraternita: tramite colleghi mi é arrivata la pietra di Casapulla (NON VE N'é PER NESSUNO!) Studiata perfettamente !una mescola a mio avviso perfetta. Mai una bruciatura mai una pizza poco cotta sotto, perfetta anche lasciando acceso al max e sedendosi con gli amici a mangiare. Il top veramente. Bravi e grazie.

    Tornando al frigo...guardate il prodotto finale non la facilità di stesura o la bellezza dell'impasto. Chiudete gli occhi e assaggiate impasti paralleli. FRIGO TUTTA LA VITA :woot: :woot: :woot:
     
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  7. pizzapazzaapezzi
     
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    CITAZIONE (DaiConan @ 8/6/2016, 21:00) 
    Tornando al frigo...guardate il prodotto finale non la facilità di stesura o la bellezza dell'impasto. Chiudete gli occhi e assaggiate impasti paralleli. FRIGO TUTTA LA VITA :woot: :woot: :woot:

    Questo perche il frigo lo usi per fare lunghissime lievitazioni e quando vai in cottura hai una percentuale di aminoacidi e glucosio molto alti e cosi le reazioni di millard danno il loro miglior risultato, ma la domanda era se le stesse ore di maturazione in frigo o fuori frigo (ricalcolando il lievito obv) danno il medesimo risultato, anche dal punto di vista sensoriale visto che aggiungi questo elemento e ti ringrazio di averlo fatto.
     
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    Giusto sabato per problemi di tempo e organizzazione ho fatto maturare tutto in Frigo (solitamente facevo olo appretto). Ho ottunuto risultati assurdi e adesso torno al frigo 48 ore. Basta per me le prove sono terminate e credimi ne ho fatte tante!
     
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    CITAZIONE (pizzapazzaapezzi @ 8/6/2016, 19:04) 
    Spulciando qua e la nel forum ho letto più di un post dove nonostante 1000 ore di marurazione e 500 ore di appretto l'impasto non era maturo, quindi elasticità gommosità ecc ecc. La cosa comune fra questi è l'uso del frigo. Prassi comune per far lievitare l'impasto tanto lentamente da permettere agli enzimi di lavorare e farlo maturare. Io ho fatto sempre tutto a ta mettendo a maturare gli impasti nel fermabiga a 18°c arrivando sempre alla stesura con panetti che si stendevano da soli. Domenica per, la pizzata di rito, ho voluto provare il frigo, 48+12, 360w, 65%idro, 50g/l sale, sono arrivato alla stesura con dei panetti gonfi poco rilassati e elastici, come se avessi fatto uno staglio troppo stretto, magari lo era, ma con 48 ore alle spalle pensavo che un 360w non avesse molto altro da dare in termini di glutine e perché a ta questo a sempre funzionato. Ai corsi che ho seguito per lavoro si è sempre parlato di temperatura di chiusura impasto intorno ai 26°c, per far lavorare al meglio lieviti ed enzimi. Riferendomi a quest'ultima considerazione sugli enzimi, ricordo che la loro azione catalizzante è condizionata da densità ph e temperatura. Infatti da 0 a 100°c la velocità delle reazioni catalizzate dagli enzimi cambia con un amdamento a parabola con apice proprio nella temperatura ottimale (che può cambiare per il tipo di enzima e per le consizioni di impasto ), partendo da una fase inibita a velocità 0( per le temperature sotto zero fino a 0 essendo l'acqua libera molto bassa non permettono alle reazioni di avvenire) fino ad una fase denaturata a velocità 0 e irreversibile(alle alte temperature dove gli enzimi "muoiono" se mai sono stati vivi) passando per la massima velocità alla tempera ottimale. Fatta questa premessa pongo la domanda, siamo sicuri che il frigo, come è solito pensare in pizzeria, non influisca sulla maturazione degli impasti? È giusto considerare gli stessi tempi di maturazione (chiaramente cambiando la dose di ldb)per la medesima farina sia che si lavori a ta o che si usi il frigo?

    Io sinceramente, parlando per la mia esperienza, potrei affermare che se l'impasto viene condotto a temperatura ambiente ha bisogno di meno ore per maturare. Mi é capitato in passato di fare un impasto a temperatura ambiente di 24 ore e trovarlo perfettamente maturato, e con la stessa farina e per giunta dello stesso sacco fare 36 ore di maturazione in frigo e non trovarlo ancora pronto... Quindi a mio avviso direi che la temperatura influisce sul grado di maturazione dell'impasto.
     
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    Se fai frigo aumenta lievito....poi confronta :woot:
     
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    L' attività enzimatica è temperatura-dipendente.
    Confermato anche da Ramirez tempo fa.
    Detto questo io non ho ancora capito perché dovrei utilizzare una farina forte e farla maturare tante ore, magari in frigo, per avere una super pizza.
    E se ne usassi una debole che matura prima?
    Ma perché le farine che sviluppano molto glutine alla fine della loro maturazione risultano più saporite?
    Questo surplus di proteine aiuta nel sapore?
    O sono forse le tempistiche lunghe che portano gli impasti grazie all' attività enzimatica e dei lieviti, a sviluppare particolari prodotti aromatici?
    Di solito scelgo le farine e le metodiche in base ai tempi che ho, non il contrario.
     
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    CITAZIONE (DaiConan @ 8/6/2016, 21:37) 
    Se fai frigo aumenta lievito....poi confronta :woot:

    Conan non parlo di lievitazione. Lo so che con il frigo si aumenta il lievito. Parlo proprio di digeribilità...

    CITAZIONE (Zack78 @ 8/6/2016, 21:52) 
    L' attività enzimatica è temperatura-dipendente.
    Confermato anche da Ramirez tempo fa.
    Detto questo io non ho ancora capito perché dovrei utilizzare una farina forte e farla maturare tante ore, magari in frigo, per avere una super pizza.
    E se ne usassi una debole che matura prima?
    Ma perché le farine che sviluppano molto glutine alla fine della loro maturazione risultano più saporite?
    Questo surplus di proteine aiuta nel sapore?
    O sono forse le tempistiche lunghe che portano gli impasti grazie all' attività enzimatica e dei lieviti, a sviluppare particolari prodotti aromatici?
    Di solito scelgo le farine e le metodiche in base ai tempi che ho, non il contrario.

    No zack in realtà é il contrario meno forte é la farina più dovrebbe avere sapore (poi dipende anche dalla farina) una manitoba avrà meno sapore rispetto una w240. Però una farina più forte può garantire un maggior assorbimento, una maggior tenuta in termini di ore (in una pizzeria le pizze non si fanno ad ora prestabilita ma il lavoro si protrae per varie ore almeno 5) e in più può consentire di portare l'impasto anche il giorno dopo in questa maniera una pizzeria può tenere quel l'impasto anche per il giorno successivo...
     
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    Antonio concordo con te,però come mai molti confratelli, pur non essendo professionisti, usano farine forti, frigo e tempi lunghi?
    Parlo sopratutto sulla pizza tonda ; non vorrei che la mia ipotesi sullo sviluppo con il tempo di sottoprodotti negli impasti che diano molto sapore sia verosimile.
    E tempi molto lunghi li puoi fare praticamente solo con farine forti e frigo
     
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    Ta è fermabiga sono due temperature diverse con risultati molto diversi. Nel fermabiga ottieni una fermentazione controllata mentre a ta no, puoi solo supporre come sia l'andamento della temperatura nelle24-48 ore.
    Con la fermabiga hai risultati prestabiliti è sempre azzeccati
    A ta una farina matura prima perché l'impasto acidifica prima e la proteolisi viaggia più velocemente, cosa che invece non accade nel frigo e la proteolisi ha bisogno di più tempo.
    Lo stesso risultato lo puoi ottenere con farine più deboli con meno tempo in frigo. Le farine più forti vengono usate anche per la loro facilità ad assorbire acqua

    Se dopo 36 ore di frigo ristrutturi il glutine che la proteolisi ha faticato per destrutturare è normale che ti ritrovi i panetti in quelle condizioni
     
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