Progetto cella lievitazione professionale

Lo scopo, oltre a favorire la lievitazione e anche quello di sperimentare in modo oggettivo.

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  1. Enrico-77
     
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    Buongiorno a tutti! Vorrei condividere con voi la mia idea e il relativo progetto che ne uscirà fuori per la realizzazione di una cella di lievitazione un po’ particolare!

    Il fatto è che tra i varii parametri W della farina mi perdo e, al variare del fornitore, della temperatura, del tempo di impasto ogni volta mi cambia tutto. Vorrei essere più ripetitivo su un risultato ottenuto e soprattuto poter controllare con cognizione di causa i tempi di infornata.

    Che sia pane, pizza o brioches il punto fondamentale e spesso casuale è proprio la lievitazione e le sue condizioni. Tutti gli ingredienti sono pesati e quindi oggettivi, le temperature ( farina acqua lievito e via dicendo) note e fatte quadrare come le sacre scritture impongono per l uscita dell’impasto dalla planetaria alla fatidica temperatura ‘x’ !

    E fin qui tutto ok!

    Ma poi? E la temperatura ( estate / inverno) , e l umidità ... e la forza della farina ... ... e finisco sempre ad andare a sbirciare. Ok, che ci vuole occhio ... ma il tutto mi diventa un po’ scomodo se devo incastrare altri impegni!

    Quindi l’idea è questa:
    Voglio costruire una cella di lievitazione divisa in tre scomparti ( ermeticamente divisi e coibentati) , ogni uno con il suo portello di accesso chiaramente.
    Questi tre scomparti saranno dimensionati sulle cassette di lievitazione 30 x 40 cm in modo tale che in ogni cella possano stare 2 cassette comode alte 10 cm o una alta 20 ... e nel caso la caraffa da 7 litri della planetaria.

    E fino a qui ... tutto normale.
    Il punto un po’ più innovativo e che intendo gestire le tre ‘cellette’ così divise da una scheda elettronica ( sto valutando ancora se usare un arduino mega o una scheda della famiglia stm32) .
    Ogni cella avrà un sensore ( ho scelto il bmp280) che misurerà in modo preciso temperatura e umidità relativa ( nell ordine del 0.1 gradi) e tramite firmware avremmo tre PID che comanderanno le resistenze ( 30 watt) .
    Inseriró poi tre mini umidificatori e tre celle di Peltier per controllare , sempre tramite PID , l’umidita e ,eventualmente, una temperatura più fresca di quella ambiente.

    Ultimo sensore , un TOF , che in pratica è un misuratore di distanza laser ( comunque economico) posto sulla parte superiore della cella.

    Tutti i parametri saranno gestiti da un display ... dove si potranno impostare i vari set point e visualizzare i dati reali.

    Questo lo faccio innanzitutto per testare le forze delle farine . Mantenendo tutti i parametri uguali , potrò misurare ( in questo modo in modo oggettivo) la capacità di lievitazione di una farina ( e quindi avrei modo di sperimentare in modo pratico e matematico) ma poi, per poter gestire ( dopo le opportune sperimentazioni) i tempi di uscita dell impasto.

    Se per esempio faccio brioches ... l’ultima lievitazione sono 2 / 3 ore ... la cottura 18 minuti ... ma visto che al massimo in forno ( elettrico) me ne stanno 6 ... ecco che ogni due fornate mi si allunga di mezzora il tempo di lievitazione. Idem per pane e pizza!! Quando si hanno le mani in pasta, reputo, che sia meglio fare quantità tali che valga la pena fare il lavoro .

    Con questo accessorio potrei quindi cambiare temperatura di lievitazione in funzione del tempi di cottura e, comunque, tenere sott occhio le dimensioni dell impasto senza generare ( con aperture) correnti d’aria .

    Imparando e registrando le curve caratteristiche tra temperatura/umidità/farina si potrebbe anche abbozzare un algoritmo che lavori al contrario ... cioè tale per cui io gli dico a che ora vorrei che la lievitazione fosse finita e lui imposta temperatura e umidità ( più alta o più bassa) per raggiungere l’obbiettivo. Ma questo non è immediatamente nello scopo del progetto ... vedremo in seguito.

    Vi terrò aggiornati ma gradirei eventuali suggerimenti .
     
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    Bel progetto!
    Seguo con interesse. Anche se non concordo molto sulle celle di Peltier (molto poco efficienti).
     
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    si idee molto precise anche se credo che alla fine siano poco realizzabili... non perche non 6 capace ma xche c sono anche altre variabili.. anchio avevo iniziato una cosa simile.. avevo e ho sempre gli stessi problemi.. vado al lavoro... dove faccio gli impasti ho 30 gradi in estate e 10 in inverno.. alla fine per farla breve ho fatto una cella con cavi per terrari luce e termostato. ora che la uso mi rendo conto che e già una grande cosa così.. per l umidita tieni conto (cosa che ho scoperto da poco) che l impasto stesso tenuto a 24 o i gradi che riterrai corretti creeranno già un sacco di umidità.. io in lievitazione ritrovo lo sportello di chiusura bagnato fradicio.
    isola bene tutto metti bene la sonde dove registrerà bene la reale temperatura..
    forse queste indicazioni ti faranno risparmiare tempo e soldi.
    comunque seguo con interesse gli sviluppi.
     
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    Tutte queste cose si possono fare?
    Ora ti faccio una battuta che spero diventi un suggerimento: ci manca solo una telecamera wifi ed il controllo remoto delle impostazioni, così controlli e cambi i settaggi dal lavoro.
     
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  5. Enrico-77
     
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    Allora, grazie per le osservazioni.
    Ogni step verrà aggiunto mentre il progetto già funziona, in modo da valutare l’effettiva necessità.
    Sicuramente si partirà con la parte ‘riscaldante’ e valuteró la parte refrigerante ( di cui in effetti non sento tanto il bisogno) ... ma nel caso cosa suggerite al posto delle peltier?

    Al di la della semplice lievitazione, vorrei uno strumento che possa darmi una buona idea delle caratteristiche dell impasto per poter ottimizzare al max e avere la miglior resa possibile.

    Per quanto riguarda l’umidità la mia domanda è : ma fa bene all impasto raggiungere il punto di rugiada per arrivare alla condensazione dell’acqua o no? Sinceramente non lo so! Qualcuno ha informazioni? Con tutti i parametri non sarebbe poi tanto difficile evitare la condensazione dell’acqua.

    Altro punto ... la telecamera wifi non serve, questo perché, visto che non sono un pazzo ( con tanto tempo da perdere) credo di sfruttare le librerie free mqtt ed inviare messaggi di stato all’impianto domotico ( home assistant) in modo tale da poter sfruttare l’interfaccia remota e soprattutto i grafici di andamento. Per cui, si, volendo il controllo remoto vien da se per il fatto che non ho voglia/tempo di scrivere software per pc e quindi mi interfaccerò a quelli esistenti per la domotica. Anche perché scrivere un software per avere un grafico mi pare una perdita di tempo.

    Comunque grazie per i suggerimenti ... sono tutto orecchie!
     
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  6. Enrico-77
     
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    Il punto di misurazione della temperatura non è cosa banale ... è giusta l’osservazione!! è vero che in una celletta fatta su misura lo spazio vuoto è poco ( almeno in confronto ai frigoriferi che ho visto modificati) ; però è anche vero che essendo la resistenza posta dietro, si creerà inevitabilmente una zona un po’ più calda e una un po’ più fredda! Quisquiglie probabilmente ... ininfluenti ... ma, credo che porre rimedio a prescindere costi veramente poco. In sostanza si potrebbero mettere tre ventoline ( tipo pc) che ‘smuovano’ l’aria ... non so un 10 secondi ogni minuto? In modo da non creare strati d’aria. Essendo tutto alla stessa temperatura e umidità l’impasto non ne dovrebbe risentire. O mi sbaglio?
     
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  7. Enrico-77
     
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    Allora ... per ragionare meglio ho buttato qualcosa su carta ... giusto per dare un idea!

    Le dimensioni interne :
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    Le dimensioni esterne:

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    Un bozzetto :
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    La struttura :
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    E per dare un minimo l'idea delle dimensioni ... ci ho buttato dentro un paio dei componenti :
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    La ventola ... la inclinerei di un 30 gradi, quindi non così come nel rendering ... in questo modo prenderebbe l'aria dalla parte posteriore in alto (parte più calda) per riportarla aventi in basso (parte più fredda).
    A dx il sensore bmp280 ... ma si vede poco ... poi studierò il giusto posizionamento.

    jpg


    Tutta la struttura fatta con listelli 40x40 con delle battute da 20x20 in modo da poter 'incassare pannelli di spessore 10 mm.
    Nell'intercapedine che si viene a creare lastre di polistirolo a coibentare (20mm) tutto ad incastro.
    A livello di spesa non saprei perchè bene o male ho già tutto in casa (laboratorio).
    Credo comunque che sia un buon compromesso costi / resa. Vedremo.


    Accetto volentieri le vostre considerazioni.
     
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    Complimenti per il progetto. Per quanto riguarda il raffreddamento, temo che le celle di pelltier non vadano bene. Sarei bene felice di essere smentito, ma ancora devo leggere qualcuno che è riuscito ad utilizzarle per un prodotto professionale come lo vuoi realizzare tu. Il problema è che non esiste alternativa se non il compressore :-(
     
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    CITAZIONE (Bestiada @ 22/10/2019, 05:40) 
    Bel progetto!
    Seguo con interesse. Anche se non concordo molto sulle celle di Peltier (molto poco efficienti).

    CITAZIONE (__ginko__ @ 22/10/2019, 18:08) 
    Complimenti per il progetto. Per quanto riguarda il raffreddamento, temo che le celle di pelltier non vadano bene. Sarei bene felice di essere smentito, ma ancora devo leggere qualcuno che è riuscito ad utilizzarle per un prodotto professionale come lo vuoi realizzare tu. Il problema è che non esiste alternativa se non il compressore :-(

    Quoto.
     
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  10. Enrico-77
     
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    E ti do ragione! Ma infatti non sono molto convinto . Non tanto per le celle di peltier, che se ben dimensionate e messe a pacchetto ( una sopra l’altra a mo di panino) raggiungono un levello di freddo veramente impressionante. Il problema sono i consumi elevatissimi e il fatto che la cella non può essere disalimentata ( se per esempio raggiunge il grado voluto) in quanto senza flusso elettrico il calore del lato caldo passa subito al lato freddo. Da questo puoi comprendere che l’elettronica di gestione di una cella di peltier non è banale e complica un po’ il progetto. Per cui, allo stato attuale andró avanti con la parte riscaldante e successivamente sperimenterò il raffreddamento; anche perché se devo lievitare a 4 gradi uso il frigo di casa ( la cassetta 30x40 ci sta e quindi ...) l’uso che farei della cella di peltier sarebbe quindi limitato ad abbassare la temperatura ambiente ( nel limitato volume che ho appositamente pensato) di una 10 di gradi ( da 30 a 20 per esempio? O da 20 a 10??) questo per rallentare una lievitazione a favore di un altra cella che magari lavora a 24 o 30 gradi. Ecco, lo scopo sarebbe questo! Per cui, concordo con il tuo punto di vista , sperimenterò.
     
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  11. Enrico-77
     
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    CITAZIONE (__ginko__ @ 22/10/2019, 18:08) 
    Complimenti per il progetto. Per quanto riguarda il raffreddamento, temo che le celle di pelltier non vadano bene. Sarei bene felice di essere smentito, ma ancora devo leggere qualcuno che è riuscito ad utilizzarle per un prodotto professionale come lo vuoi realizzare tu. Il problema è che non esiste alternativa se non il compressore :-(

    Peró no. Non esiste solo il compressore. Il fatto è che tra le molteplici soluzioni per raffreddare sono poche quelle economicamente non devastanti e fattibili in ‘garage’ . Peró, ora che mi hai fatto soffermare sul problema un altra bella ideuzza, molto più facile da controllare delle celle di peltier , esiste ed è economicamente sostenibile ... Le idee ci sono, vediamo strada facendo la realizzazione. Non voglio soffermarmi troppo a questo livello di problema in questa fase del progetto ... iniziamo a fare la struttura, poi l’elettronica di base poi il firmware e poi si inizia a sperimentare soluzioni ai diversi problemi.
    Spero che il progetto possa diventare interessante per molti, non sono geloso ... disegni costruttivi e firmware li metteró qui a disposizione di tutti. Anzi, se poi qualcuno partecipa attivamente ( più che altro lo vedo possibile a livello di codice) sarei anche contento.
    Non voglio inventare nulla ma usare quello che già esiste sul mercato e, soprattutto, a prezzi accessibili. I sensori di temperatura li trovate su amazon a pochi euro ... e via dicendo.
     
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    CITAZIONE (Enrico-77 @ 22/10/2019, 19:01) 
    Peró no. Non esiste solo il compressore. Il fatto è che tra le molteplici soluzioni per raffreddare sono poche quelle economicamente non devastanti e fattibili in ‘garage’ . Peró, ora che mi hai fatto soffermare sul problema un altra bella ideuzza, molto più facile da controllare delle celle di peltier , esiste ed è economicamente sostenibile ... Le idee ci sono, vediamo strada facendo la realizzazione. Non voglio soffermarmi troppo a questo livello di problema in questa fase del progetto ... iniziamo a fare la struttura, poi l’elettronica di base poi il firmware e poi si inizia a sperimentare soluzioni ai diversi problemi.
    Spero che il progetto possa diventare interessante per molti, non sono geloso ... disegni costruttivi e firmware li metteró qui a disposizione di tutti. Anzi, se poi qualcuno partecipa attivamente ( più che altro lo vedo possibile a livello di codice) sarei anche contento.
    Non voglio inventare nulla ma usare quello che già esiste sul mercato e, soprattutto, a prezzi accessibili. I sensori di temperatura li trovate su amazon a pochi euro ... e via dicendo.

    Bene, sono curioso e fiducioso! Se ti serve aiuto con il codice scrivimi in privato e vediamo se posso darti una mano.

    __ginko__
     
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    in merito alle celle di peltier posso dirti la mia avendole installate nella cella che mi sono autocostruito.
    posso dirti che in mezz'ora partendo da 20° si abbassa a 18°
    poi +cala la temperatura + ci impiega.
    però devo dire fanno il loro sporco lavoro...
    io naturalmente ho fatto una cosa molto + banale e meno ingegnosa e complessa della tua...
    >scatola in legno
    >coibentata con pannello termoriflettente
    >cavo riscaldante 80w per alzare la temperatura
    >celle di peltier 1 radiatore con doppia ventola per abbassare la temperatura
    >termostato di controllo con due porte per riscaldamento e raffreddamento.
    “Plug and Play” consente la connessione simultanea a dispositivi di raffreddamento e riscaldamento al fine di realizzare la regolazione della temperatura.

    devo dire che mi ha risolto parecchi problemini,
    tipo impasto ancora non lievitato gli dai na bella spinta..viceversa lo mantieni a temperature + basse,
    lo uso come ferma biga di tanto in tanto .
    mentre per lievitazioni a 3° utilizzo appunto il frigo.


    comunque seguo con interesse il tuo progetto,
    complimenti.
     
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  14. Enrico-77
     
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    Ottimo ginko! Che intenzioni hai? Vuoi costruire anche tu? Nel caso invece di mettere progetti disegni e quant’altro alla fine del lavoro potrei condividere strada facendo ... in modo da lavorare allineati.
    Prendo in grande considerazione la tua eventuale partecipazione attiva al progetto e spero che anche altri si uniscano. Sabato spero di iniziare la struttura e poi procedere sul resto ... questo perché non ho tanta voglia di avere migliaia di fili laschi in giro sul tavolo. Meglio avere una struttura già cablata ... anche se, magari, non definitiva. Arrivando al punto elettronico e firmware vedremo di seguire una strada comoda per tutti quelli che vorranno attivarsi ... per me una scheda vale l’altra ... che sia arduino, stm32, msp e via dicendo mi cambia poco . Vediamo di trovare un punto d’incontro per tutti. Appena siamo a quel livello sceglieremo.
     
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    CITAZIONE (Enrico-77 @ 23/10/2019, 12:56) 
    Ottimo ginko! Che intenzioni hai? Vuoi costruire anche tu?

    Io ne ho costruita una un annetto fa per far crescere il lievito naturale e poi l'ho usata anche per il panettone. E' tutt'altra cosa rispetto al tuo progetto, in tutto e per tutto, ma svolge molto bene il suo semplice lavoro. Mi è diventata un po' piccola però e manca totalmente della parte refrigerante.
    Se ti serve una mano per la scrittura del codice, io posso cercare di aiutarti, non ho preferenze sulla scelta del microcontroller.

    __ginko__
     
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42 replies since 21/10/2019, 21:47   2973 views
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