Nonno Peppino

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    L'umile Cella di Notturno_Italiano

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    Nonno Peppino

    Alto, quasi 1 metro e 90, schiena diritta, capelli bianchissimi (presi da ragazzo... a 30 anni era già tutto candido), un senso etico spiccatissimo faceva di lui un naturale riferimento tra tutti i (tanti!) parenti per dirimere le beghe e dissipare le piccole liti.

    Era nato nel 1899, si, era un “Ragazzo del '99”, come poi vi dirò.

    Figlio di una famiglia facoltosa del sud Italia, che di solito divideva i figli in due gruppi e li avviava verso due destini diversi. Uno avrebbe gestito i terreni della famiglia e l'altro avrebbe studiato.

    Mio nonno studiò. E studiò in modi e misure a noi davvero sconosciute. Le medie e superiori le fece a Lucera e a quei tempi la neve era spesso protagonista dell'inverno. E mio nonno ogni giorno raggiungeva a piedi la scuola, attraversando i campi per parecchi chilometri, anche nella neve.

    Pensate, per l'università fu spedito a Venezia... formidabile per quegli anni... a Ca' Foscari! Si mantenne agli studi lavorando in banca, fino a crollare preda di un forte esaurimento nervoso.

    Terminò l'università a Bari, anni dopo e divenne Dottore Commercialista.

    Era così onesto che la sezione fallimentare del tribunale gli affidava sempre i fallimenti più spinosi, contando sulla sua ben nota correttezza. Più di 100 fallimenti gli furono affidati come Curatore (un vero record!) e non divenne mai ricco, né acquisì terre o case o altro.

    Quando scoppiò la prima Guerra Mondiale, nel 1915, lui aveva 16 anni, un ragazzo spilungone e dinoccolato che correva per le strade di Biccari coi suoi coetanei al grido di “A morte Cecco Peppe!!!” (l'imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe... si, proprio lui, il marito della Principessa Sissi).

    Nel 1917 le sorti della guerra si misero male per l'Italia.

    L'Austria produsse una poderosa spallata e il fronte crollò a Caporetto.

    Migliaia di uomini e mezzi arretrarono, fuggendo e si temette il peggio! Mancava pochissimo per essere definitivamente travolti e lasciare che l'Austria dilagasse nella pianura Padana, verso le ricche città del nord.

    Messi alle strette, gli italiani fecero ricorso alle ultime forze disponibili, tutto quel che restava ancora di uomini e mezzi. E così chiamarono alle armi anche i giovanissimi: la classe del 1899. Avevano appena compiuto 18 anni. Erano loro, “I Ragazzi del '99”.

    Tra loro anche lui, nonno Peppino, spedito al fronte, in trincea, nell'ultima linea di difesa: il Piave.

    Hanno raccontato in tanti quell'epopea, l'hanno anche cantata e ancora fa venire il groppo alla gola ascoltare le storie.

    Come quella volta che, in trincea, nonno stava parlando col suo miglior amico della sua terra giù, in Puglia... ma quando si voltò a guardarlo, gli vide un fiore rosso sulla fronte... Lo raccontava sempre a fatica, con sforzo... Nonno Peppino.

    Alla fine della guerra, vincitore, tornò a casa e il Governo, orgoglioso, gli offrì un cavalierato (Cavaliere di Vittorio Veneto) una pensione che verso la fine raggiunse le 99 mila lire all'anno (erano bricioline anche a quei tempi), ma non parlava mai male della sua Italia, lui, uno dei “Ragazzi del '99” restava sereno e fiero.

    Per quasi una ventina di anni della sua vita venne a vivere da noi, a Foggia e pensate... quando io mi laureai in giurisprudenza, nel 1983, lui aveva 84 anni, ma mi aveva aiutato a studiare Diritto Commerciale (che a Bari era durissimo da superare) e scrivemmo insieme la mia tesi di laurea in Criminologia sulla schizofrenia.

    Sapeva ridere di gusto, ma restava sempre un grande uomo, di cui veramente si è perso lo stampo.

    Un “Ragazzo del '99” che aveva aiutato l'Italia a salvarsi dall'attacco di austriaci, prussiani e turchi. Si, in quella grande guerra, c'erano anche i turchi contro di noi.

    Ecco perché mi ha fatto male trovare questo a Busto Arsizio.

    ragazzi%20del%2099


    Mi manchi tanto, nonno.
     
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    Ettore sono ricordi indelebili da tramandare alle generazioni più giovani sperando che non si facciano più errori tragici come quelli della guerra…. Io mio nonno non l’ho conosciuto (era più vecchio classe 1882) anche lui fece la prima guerra mondiale nelle retrovie come infermiere….. in compenso (si fa per dire) mio padre ha fatto la seconda guerra mondiale in Marina ed ha subito un affondamento (nel piccolo tragico anche quello)….e i suoi racconti (in tarda età prima non se la sentiva) mi hanno sempre affascinato e terrorizzato…….
     
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    CITAZIONE (Billykid591 @ 8/10/2023, 08:53) 
    Ettore sono ricordi indelebili da tramandare alle generazioni più giovani sperando che non si facciano più errori tragici come quelli della guerra…. Io mio nonno non l’ho conosciuto (era più vecchio classe 1882) anche lui fece la prima guerra mondiale nelle retrovie come infermiere….. in compenso (si fa per dire) mio padre ha fatto la seconda guerra mondiale in Marina ed ha subito un affondamento (nel piccolo tragico anche quello)….e i suoi racconti (in tarda età prima non se la sentiva) mi hanno sempre affascinato e terrorizzato…….

    Si, profondamente vero.

    Purtroppo le guerre nascono per iniziativa di una sola delle due parti e quando succede c'è poco altro da fare: devi difenderti.
     
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    Bella storia Notturno, un conflitto che ha gettato in pasto ai proiettili qualsiasi essere umano senza distinzione. Un po' come accadde per la Seconda dove a farne le spese furono ebrei e rom.

    Anche il mio bisnonno, pugliese e nato nel 1897, partecipò alla Prima Guerra Mondiale e quando fu congedato il Ministero degli Interni gli consegnò tre pergamene con due medaglie e sempre Cavaliere di Vittorio Veneto.
    Ora queste tre pergamene, inserite in apposite cornici, si trovano presso casa mia e dei miei genitori.

    Chissà, magari si saranno incontrati e confortati a vicenda?
    Ahimé per evidenti limiti d'età (io 24) non l'ho mai conosciuto ma mi sarebbe indubbiamente piaciuto, aggiungendo la sfortuna di aver goduto per poco tempo anche dei miei nonni paterni e materni. Chissà quante storie e aneddoti!
     
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    CITAZIONE (LP3345 @ 9/11/2023, 18:22) 
    Bella storia Notturno, un conflitto che ha gettato in pasto ai proiettili qualsiasi essere umano senza distinzione. Un po' come accadde per la Seconda dove a farne le spese furono ebrei e rom.

    Anche il mio bisnonno, pugliese e nato nel 1897, partecipò alla Prima Guerra Mondiale e quando fu congedato il Ministero degli Interni gli consegnò tre pergamene con due medaglie e sempre Cavaliere di Vittorio Veneto.
    Ora queste tre pergamene, inserite in apposite cornici, si trovano presso casa mia e dei miei genitori.

    Chissà, magari si saranno incontrati e confortati a vicenda?
    Ahimé per evidenti limiti d'età (io 24) non l'ho mai conosciuto ma mi sarebbe indubbiamente piaciuto, aggiungendo la sfortuna di aver goduto per poco tempo anche dei miei nonni paterni e materni. Chissà quante storie e aneddoti!

    Mi hai fatto commuovere!! <3 <3 <3 <3
     
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    CITAZIONE (mela67 @ 14/11/2023, 17:39) 
    CITAZIONE (LP3345 @ 9/11/2023, 18:22) 
    Bella storia Notturno, un conflitto che ha gettato in pasto ai proiettili qualsiasi essere umano senza distinzione. Un po' come accadde per la Seconda dove a farne le spese furono ebrei e rom.

    Anche il mio bisnonno, pugliese e nato nel 1897, partecipò alla Prima Guerra Mondiale e quando fu congedato il Ministero degli Interni gli consegnò tre pergamene con due medaglie e sempre Cavaliere di Vittorio Veneto.
    Ora queste tre pergamene, inserite in apposite cornici, si trovano presso casa mia e dei miei genitori.

    Chissà, magari si saranno incontrati e confortati a vicenda?
    Ahimé per evidenti limiti d'età (io 24) non l'ho mai conosciuto ma mi sarebbe indubbiamente piaciuto, aggiungendo la sfortuna di aver goduto per poco tempo anche dei miei nonni paterni e materni. Chissà quante storie e aneddoti!

    Mi hai fatto commuovere!! <3 <3 <3 <3

    Non era mia intenzione! :lol:
     
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5 replies since 7/10/2023, 20:57   208 views
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