L'autolisi

Secondo Giorilli

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  1. fornoalegna
     
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    Questo mondo è infinito, ha tante finestre ed ogni tanto se ne apre una nuova. Al punto da dire: come ho fatto a non pensarci prima???
    Le considerazioni di Frat'Ettorre sono bellissime, non nel senso estetico, ma in quello scientifico e funzionale, per ciò ben vengano.
    Quindi per l'impasto finale - quando aggiungiamo la seconda farina - , più ci avviciniamo alla fase di apretto, più diminuisce la forza della farina da utilizzare, Al contrario, se abbiamo più tempo a disposizione maggiore deve essere la forza della farina. ho capito bene?
    Adesso però cerco di complicargli la vita e sollevare un dubbio.
    Quando dice....

    "....E questo sarà facilmente realizzabile perché in quella fase l'impasto autolitico avrà la consistenza di una crema, per cui sarà sufficiente sottoporlo a una ricca e lunga frullata per ossigenarlo al massimo (sostanzialmente la stessa operazione che abbiamo imparato a fare quando ossigeniamo la crema di coltura del lievito naturale)....."

    Ma questa "lunga e ricca frullata" non provocherà danni (irreparabili) alla struttura che si è già formata?? Anche se la massa autolitica è allo stato di crema, comunque una glutinazione è già presente.... e allora che si rischi si corrono??
    Si riparte da zero - o quasi - con la seconda farina??
    Saluti
    fornoalegna
     
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89 replies since 6/4/2011, 11:07   46561 views
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