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Non mi andava proprio di fare il pediluvio alla biga. L’ho sempre trovato un metodo noioso, lungo, inefficiente e altri attributi spiacevoli.
Così, un giorno, a fine pranzo, mentre mi sbucciavo la banana, mi sono ricordato di un’antica discussione del soggetto Notturno Italiano, che entusiasticamente descriveva il successo totale dello sfarinamento della biga tramite frullatore idoneo.
Beh, zio Matteo ci ha provato ed è stato sublime; il risultato del procedimento, da falene nello stomaco. Semplice, immediato, estremamente efficace. Le uniche accortezze, ovviamente, sono quelle di utilizzare una grammatura di farina dell’impasto almeno pari alla biga e di utilizzarla fredda, sufficientemente da evitare un riscaldamento eccessivo della polvere ottenuta. In 30 secondi alla massima velocità è bell’e pronta la polvere d’angelo, impastabile senza fatica.
“Aspetta, aspetta, zio Matteo: non ci hai narrato della conservazione della biga in fase di maturazione. Non essere indugioso!”. Cribbio, avete ragione. Allora, mi regolo col freddo. Se, per esempio in casa ho 25 gradi, allora la farò partire a temperatura ambiente per tre orette e poi la schiafferò in frigo. Vi dovete regolare. Funziona benissimo, ma ci vuole un attimo di esperienza.
Veniamo alla conclusione.
Tutto secondo San Calcolapizza, impostando al massimo la “pdr” come vivace. Chiaro che in fase di impastamento bisogni aggiungere più acqua, perché la “pdr” viene calcolata come se avesse la stessa idratazione dell’impasto desiderato (mentre la biga è durissima: 44%). Sarebbe bello avere un’implementazione del programma in tal senso, ma ce la caviamo uguaglio.
Come vedete, non si tratta di un risultato eccelso, ma per colpe tutte mie. Spero solo di aver riacceso, con questo esempio, la fiamma della biga senza impastatrice nel cuoricino di ciascuno di voi. Ad maiorca.
Edited by Matteoxr6 - 30/5/2020, 14:18
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