La Pasta di Riporto - "PDR"

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    wow... che foto!

    E che pizza!


    :D :D :D
     
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    ECCHE' O Freyuuss ???!! :lol: :D


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    Domanda......
    Ma unire la tecnica del polish con la pdr, è sconsigliabile, inutile o cosa?
    Io in realtà ho provato, precisamente ho usato una tecnica del priore, ho fatto polish con un terzo di farina, stessa quantità di acqua e messo tutto in frigo x 24h.
    La stessa sera ho preparato la pdr ed il giorno seguente ho impastato con pdr e ldb....Il risultato a me è piaciuto molto, ho in verità ottenuto dei panetti un po’ troppo ‘rilassati’ ma in quanto a profumi e leggerezza le pizze erano veramente buone....Voi che ne pensate?
    Per quanto riguarda i panetti troppo rilassati, ovviamente potrebbe anche dipendere da un mio errore di valutazione( temperatura, tempo di appretto, staglio ecc ecc...)
     
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    Buongiorno ragazzi e scusate se apro nuovamente la discussione
    Vorrei impastare con la pdr farla lievitare 12 ore TA con polselli rossa ma in casa ho circa 29 gradi si può fare? O posso avere problemi?
     
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    Finalmente ho provato un impasto con pdr9DD35371-34AC-465A-B562-584E88EFE0CCF7EC498B-8AE9-4812-9E98-14D90A704CDF4E60C928-DC19-4E59-BC49-56CC6D033ED220BD2C5D-8170-4A8A-A01C-028EE1E4FF7B

    Che ne pensate?😁

    Impasto effettuato sempre con calcolo pizza e con il consiglio di notturno per quanto riguarda L aggiunta della pasta di riporto 💪🏻

    E ovviamente cotte nel mio piccolo forno

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    Belle. Hai una bella mano :)
     
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    Grazie mille 😊
     
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    Molto interessante questa pasta di riporto, devo farla leggere anche al mio compagno che era parecchio scettico ;)
     
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    QUOTE (Notturno Italiano @ 18/6/2020, 20:22) 

    (IMG:https://i.pinimg.com/originals/16/99/a8/16...10c53b5f235.jpg)


    LA PASTA DI RIPORTO



    CHE COS'E'


    La PDR è un pezzo di impasto identico a quello da realizzare, ma fatto in precedenza e immesso poi nell'impasto finale.

    CENNI STORICI


    E' conosciutissimo da sempre e fino al secondo dopoguerra (con l'avvento dell'elettricità e dei frigoriferi) era praticamente l'unico principio di lievitazione, oltre alla Pasta Madre.

    In Campania lo chiamano "Crìscito", in Puglia "U' Crescènt", e così via (il nome fa riferimento alla sua capacità di far "crescere" gli impasti).

    Il pane di faceva in casa e non esisteva il cubetto di lievito di birra e si doveva far lievitare in qualche modo

    E il modo più semplice era la PDR.

    Ogni massaia che panificava (non si faceva certo il pane tutti i giorni) a fine impastamento utilizzava tutto l'impasto, eccezion fatta per una piccola parte, del peso di pochi etti. Quel pezzo di impasto non veniva cotto, ma avvolto in un canovaccio, tenuto in luogo fresco e conservato. Non perché la stessa massaia lo riutilizzasse per panificare (passavano dei giorni e la PDR non si sarebbe conservata così a lungo), ma tenuta a disposizione di qualche altra massaia che venisse a chiederlo.

    Aveva anche una forte funzione sociale, dunque. La massaia in arrivo aveva visto che l'altra aveva appena panificato e si affidava al suo senso di responsabilità, perché avesse conservato la PDR.

    Col passare degli anni, lo stesso impasto veniva trasmesso di massaia in massaia, per migliaia di nuove panificazioni e così si affinava e si arricchiva di batteri lattici (quelli responsabili del "sapore di buono") del pane di una volta.

    Interrompere la catena della PDR era considerata una gravissima violazione delle regole di convivenza perché metteva a repentaglio la sopravvivenza della PDR e della sua funzione di agente lievitante.

    CARATTERISTICHE


    La PDR, alla fine dei conti, null'altro è che un pezzo di impasto che si fa volontariamente avanzare (o che addirittura di realizza appositamente) che in genere è identico all'impasto che si andrà a realizzare.

    Contiene tutti gli ingredienti dell'impasto da fare, compreso il sale.

    Ed è proprio la presenza del sale che differenzia la PDR dalla Pasta Madre.

    Come detto, la PDR fin da subito si carica di batteri lattici e, se rinfrescata nel tempo, perde progressivamente l'eventuale presenza di Lievito di Birra (se usato per la sua genesi).

    Una certa quota di batteri lattici si svilupperà rapidamente, ma non sarà mai uguale alla Pasta Madre proprio per la presenza del sale.

    COME SI REALIZZA


    La PDR è semplicissima da realizzare: si fa esattamente come si farà l'impasto in cui metterla (chiamiamo quest'ultimo "impasto principale", per distinguerlo dall' "impasto di PDR" o "PDR")

    Quindi, se stiamo progettando un impasto "principale" tipo napoletano, con il 65% di idratazione, sale 45/litro, non faremo altro che imitarlo alla perfezione e realizzarne una dose in precedenza, da immettere poi nell'impasto principale.

    QUANTO TEMPO PRIMA SI REALIZZA RISPETTO ALL'IMPASTO PRINCIPALE


    Per esperienza, io consiglio di realizzarla fino a un massimo di dodici ore prima (se si terrà a temperatura ambiente) o anche 24 ore prima (se si terrà in parte a temperatura di frigo).

    Es: Impasto PDR ore 8,00 -(temperatura ambiente)- Impasto principale ore 20,00 - Cottura ore 20 giorno dopo
    Oppure: PDR ore 1° giorno ore 20 - (frigo) - temp. Amb. ore 14 - Impasto principale ore 20,00 - Cottura ore 20 giorno dopo

    Il rischio di tenere una PDR oltre le 12 ore a Temp. Amb. sarà quello di un eccesso di proteolisi, con un certo grado di liquefazione dell'impasto e note di acidità.

    Ovviamente, il rischio è molto alto in estate e praticamente irrisorio se la T.A. è 15-18° come accade in inverno.

    LA PDR RINFRESCATA


    La PDR si può anche conservare per tempi maggiori, ma in quel caso la si rinfrescherà come fosse Pasta Madre, con pari quantità di farina sul peso dell'intera PDR e idratazione identica a quella iniziale (60-70%).

    Giorilli consiglia di procedere alla cilindratura, a fine rinfresco, esattamente come fosse una PM.

    In caso di rinfresco, ovviamente, si procederà come con una PM, togliendone una parte e usando il resto per successive panificazioni.

    FORZA LIEVITANTE DELLA PDR


    La PDR ha una forza lievitante abbastanza sensibile. Considerate che il nostro Calcolapizza la considera alla pari della Pasta Madre.
    Ma le cose cambiano se si utilizza la PDR dopo averla rinfrescata e conservata per il giorno dopo. In questo caso la sua forza lievitante sarà decisamente maggiore, al punto da essere considerata più forte della Biga (Giorilli).
    Per questo motivo, il Calcolapizza prevede la possibilità di variare la forza lievitante della propria PDR.

    Chi usa il Calcolapizza lo sa bene e sa che potrà sostituire del tutto il LdB, facendo aumentare la percentuale di uso della PDR.

    EFFETTI DELLA PDR SULLA STRUTTURA DELL'IMPASTO


    Rispetto a quanto appena detto, è importante sottolineare che la PDR contribuirà a trattenere l'umidità dell'impasto a fine cottura, il che vuol dire che determinerà un impasto particolarmente umido e con una certa sensazione di pesantezza.
    Questa caratteristica potrà essere bilanciata dall'utilizzo contemporaneo di PDR e LdB, in dosi tali da consentire che il LdB sviluppi il proprio effetto “esplosivo” in cottura e la PDR non apporti troppa “pesantezza”.
    Si tratta della ben nota “lievitazione mista” a cui fanno riferimento tantissime ricette, tra cui le mie “pizze nuvolette”.
    Una nota estremamente positiva della PDR è che non danneggia assolutamente la struttura dell'impasto principale, come invece accade con la Pasta Madre.
    Uno dei peggiori incubi dei napoletanisti è la comparsa di strappi durante la stesura del disco di pizza. Ecco, questo accade frequentemente se si utilizza la Pasta Madre, ma non accade mai se si usa la PDR.

    EFFETTI DELLA PDR SUL PRODOTTO FINALE


    Gli effetti sono diversi:
    Innanzitutto, la PDR contiene una certa dose (che aumenta considerevolmente in caso di rinfresco) di batteri lattici e ciò comporta un aumento di profumi e sapori, shelf life maggiore, ecc...
    La PDR contribuisce, se ben dosata, all'aumento della alveolatura, specie in associazione con il LdB.
    Da ultimo, per i “napoletanisti” appassionati di mako, la PDR fa sviluppare una splendida mako ai cornicioni delle pizze, meno netta di quella della PM e più simile a quella della biga, ma con un effetto di maggior leggerezza.
    Giorilli sostiene che la PDR sviluppa effetti meno accentuati rispetto alla BIGA e al POLISH, ma secondo me sono differenze leggerissime, sfumature.

    Grazie!
     
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    CITAZIONE (Notturno Italiano @ 18/6/2020, 20:22) 

    CARATTERISTICHE


    La PDR, alla fine dei conti, null'altro è che un pezzo di impasto che si fa volontariamente avanzare (o che addirittura di realizza appositamente) che in genere è identico all'impasto che si andrà a realizzare.

    Contiene tutti gli ingredienti dell'impasto da fare, compreso il sale.
    Ed è proprio la presenza del sale che differenzia la PDR dalla Pasta Madre.
    Come detto, la PDR fin da subito si carica di batteri lattici e, se rinfrescata nel tempo, perde progressivamente l'eventuale presenza di Lievito di Birra (se usato per la sua genesi).
    Una certa quota di batteri lattici si svilupperà rapidamente, ma non sarà mai uguale alla Pasta Madre proprio per la presenza del sale.

    EFFETTI DELLA PDR SULLA STRUTTURA DELL'IMPASTO


    Rispetto a quanto appena detto, è importante sottolineare che la PDR contribuirà a trattenere l'umidità dell'impasto a fine cottura, il che vuol dire che determinerà un impasto particolarmente umido e con una certa sensazione di pesantezza.
    Questa caratteristica potrà essere bilanciata dall'utilizzo contemporaneo di PDR e LdB, in dosi tali da consentire che il LdB sviluppi il proprio effetto “esplosivo” in cottura e la PDR non apporti troppa “pesantezza”.
    Si tratta della ben nota “lievitazione mista” a cui fanno riferimento tantissime ricette, tra cui le mie “pizze nuvolette”.
    Una nota estremamente positiva della PDR è che non danneggia assolutamente la struttura dell'impasto principale, come invece accade con la Pasta Madre.
    Uno dei peggiori incubi dei napoletanisti è la comparsa di strappi durante la stesura del disco di pizza. Ecco, questo accade frequentemente se si utilizza la Pasta Madre, ma non accade mai se si usa la PDR.

    ..

    Carissimi, e carissimo Priore,

    ho deciso di utilizzare di nuovo della p.d.r. (pur avendo la mia pasta madre solida) per replicare continuativamente per qualche tempo del buon pane cafone che tradizionalmente la richiede.
    Lo faccio soprattutto per insegnare questo escamotage a chi in famiglia non ha pazienza di mantenersi pms o licoli, e che permette di avere ugualmente i profumi che solitamente ritrovo nella mia pms vera e propria.
    Addirittura ieri per oggi ho fatto una pseudo biga partendo da pdr. :D

    Quando "stacco" il pezzo di impasto per la volta successiva (50-100 g prelevati prima di mettere in cestino dopo la formatura), conto di riutilizzarla dopo 5 o 6 giorni; visto che però non regge più di un paio di giorni di frigo mi limito a rinfrescarla a ridosso della nuova preparazione (diciamo un giorno prima).

    Vorrei soltanto sapere se secondo voi, partendo da pasta madre solida (e non da ldb) si ottiene lo stesso prodotto.
    Leggevo che per le pizze (la splendida pizza "nuvoletta" ad esempio) si hanno molti meno problemi in stesura se si procede con pdr piuttosto che con pms (anche se io, sinceramente non trovo problemi).
    Immagino che questo dipenda però unicamente dal fatto che si fa una lievitazione mista pdr/ldb, giusto?
    Oppure no? :lol:

    Che mi dite?
    :)
     
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    Ciao linda, buongiorno. :)

    Senti, io per tanti anni per la napoletana ho utilizzato la la pasta madre e mi sono sempre trovato molto bene, con dei risultati eccezionali.

    Era diventato un classico ottenere un cornicione molto chiaro, quasi bianco, su cui risaltava tantissimo la la mako, ma sotto forma di palline, piuttosto grandicelle tipo due tre millimetri, però soprattutto erano a rilievo e avevano poi un certo distanziamento. Non erano fittissime, come capita con la PDR o l'Autolisi. Però era un bel risultato, diciamo abbastanza standard.

    in effetti, però, più di una volta, in tante occasioni, mi sono potuto rendere conto del fatto che esiste una fragilità del tessuto, della trama della maglia glutinica che si verifica proprio quando si utilizza la pasta madre.

    Probabilmente a causa del tipo o del grado di acidità sviluppati, non saprei... Forse con una PM molto ben tenuta, con buona frequenza di rinfreschi, un mantenimento ottimale, l'acidità "cattiva" si riduce/azzera e magari i risultati non sarebbero così negativi.

    Come dici tu, ci vuole tanta pazienza e forza d'animo incrollabili per ottenere quei risultati.

    Anche perché già noi anticipiamo tanto l'impegno per una pizzata, portandoci e due o tre giorni di lavoro (pdr, biga, autolisi, ecc...). Se, poi, ci aggiungiamo anche un'attività preliminare quotidiana di rinfresco, francamente mi ritrovo assai carente di motivazione. Non ce la farei mai, lo confesso.

    Un pre-impasto con pm, quindi, penso che sia certamente possibile, soprattutto con la tua nota abilità con la PM e con la costanza di accudienza che sai dare tu.

    Rinfreschi tantissimo, prepari una biga con PM invece che col ldb e ce la dovresti fare senza enormi problemi.

    Quanta pm nella biga?

    E qui andiamo in un territorio poco battuto. Io comincerei con 150/200 gr per chilo di impasto.

    Es.

    per un kg di biga:

    Farina 590
    Acqua 260
    PMS 150

    Prova e vedi che ne viene fuori. Potrebbe funzionare bene.

    :)

    NB: non ti ho proposto la PDR con partenza da LM perché PDR e LM sono molto, molto simili tra loro e credo che i due risultati possano essere così vicini da non giustificare sforzi. Ma andrebbe fatto un test anche così
     
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    Carissimo Ettore.
    Ti ringrazio infinitamente del tempo che mi/ci hai dedicato.

    Le mie domande non vertevano sulla PMS nella biga effettivamente; quello è un terreno già esplorato qualche volta, con buoni risultati., anche se sicuramente hai ragione nella dimensione delle famigerate macchioline nere (nel mio caso palline nere come dici tu, anche se di tutto rispetto direi).

    Il tema era proprio la PDR invece, perché sto cercando di convincere uno dei figlioli ad usare almeno quella, insieme a biga o polish per avere risultati ... "aromatici" ;)
    Quindi sicuramente partenza di PDR da lievito di birra fresco per il figlio che come la maggior parte della gente non si sente di portare avanti la "pupa" (pasta madre solida).

    Grazie ancora.
    :)
     
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    Ma figurati... :)

    Beh si.... decisamente PDR classica e non da LM

    Onestamente, se si mettesse a rinfrescare il LM non avrebbe motivo di fare la PDR, ma lo userebbe direttamente

    :)
     
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    Ho provato ad usare la biga occasionalmente, ma poi per praticità vado di diretto con Lvb fresco....
    Nel calcolapizza usavo la biga in percentuale come PdR ed ho sempre spuntato "normale" per calcolarne il peso da usare.

    Ora vorrei provare a fare l'impasto con la PdR e vorrei capire meglio - scusate sono tardo gotico - come procedere correttamente.
    La PdR la preparo 6/8 ore prima e la uso allo scadere del tempo prefissato senza rinfrescarla? In tal caso nel calcolapizza come la indico?
    Stanca - Normale o Vivace?
    Grazie! :wub:
     
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